Concordato preventivo biennale in attesa di restyling
E’ in corso una riflessione per rendere più appetibile lo strumento con l’intento di favorire maggiormente il contribuente
Il concordato preventivo biennale è una opportunità per le partite IVA e le imprese di minori dimensioni che applicano gli ISA o il regime forfetario, per semplificare la loro gestione fiscale e avere una maggiore sicurezza sulle imposte da pagare, attraverso una proposta che l’Agenzia delle Entrate formula al contribuente, sulla base dei dati in suo possesso, per definire in via anticipata e convenzionale il reddito e le imposte dovute nei due anni successivi, con possibilità di rinnovo per ulteriori due anni. Il contribuente può accettare la proposta entro il 15 ottobre di ogni anno (per il 2024, entro il 15 settembre), utilizzando i programmi messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. In caso di accettazione, il contribuente si impegna a versare le imposte concordate entro il 30 novembre di ogni anno.
Il concordato preventivo biennale, introdotto con un decreto legislativo approvato il 3 novembre 2023, ha suscitato diverse reazioni tra gli esperti. Molti operatori economici e addetti ai lavori hanno espresso non poche perplessità. Le critiche riguardano principalmente la platea dei destinatari, ritenuti poco interessati a uno strumento di questo tipo, i meccanismi tecnici di funzionamento, considerati troppo rigidi, e le tempistiche previste, giudicate troppo ristrette.
In risposta a queste critiche, sembra che sia in corso una trattativa tra il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, e il presidente della Commissione finanze del Senato, Massimo Garavaglia, per rendere più appetibile il concordato preventivo biennale. Le modifiche previste mirano ad ampliare la platea dei destinatari, ammorbidire i meccanismi operativi e dilatare le tempistiche, favorendo maggiormente il contribuente.
Gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA) , alla base del concordato biennale, rappresentano uno strumento attraverso il quale si intende fornire a professionisti e imprese un riscontro accurato e trasparente sul loro livello di affidabilità fiscale. Introdotti con il decreto legge n. 50/2017, a partire dal periodo d’imposta 2018 gli ISA sostituiscono definitivamente gli studi di settore e i parametri.
In sostanza, rappresentano la sintesi di una serie di indicatori costruiti con una metodologia statistico-economica basata su dati e informazioni contabili e strutturali dichiarati dai contribuenti in più periodi d’imposta.
Essi consentono agli operatori economici di valutare autonomamente la propria posizione e di verificare il grado di affidabilità su una scala di valori che va da 1 a 10.
Per i lavoratori autonomi e le imprese che risultano “ affidabili ” sono previsti significativi benefici premiali. A seconda del valore raggiunto, per esempio, possono essere esclusi da alcuni tipi di controlli o beneficiare della riduzione dei termini per gli accertamenti da parte dell’Agenzia delle entrate o essere esonerati dall’apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti d’imposta. L’istituzione degli Isa si inserisce tra la serie di iniziative che l’Agenzia ha avviato da qualche anno con l’obiettivo di favorire una sempre più proficua collaborazione tra Fisco e contribuenti e promuovere, utilizzando anche efficaci forme di assistenza, l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari ( tax compliance ).
In conclusione, il concordato preventivo biennale rappresenta un importante passo avanti nella riforma fiscale, ma è chiaro che ci sono ancora molte questioni da risolvere per garantire che sia efficace e utile per i contribuenti.
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*A cura dell’Avv. Francesco Lori – dipartimento di diritto tributario di A.L. Assistenza Legale