Società

Family offices, club deals e pledge funds: veicoli tra l'attività di investimento e la gestione collettiva del risparmio

Con questo contributo si intende invece evidenziare che nell'ordinamento finanziario esistono anche altri fenomeni che, pur presentando profili di contiguità con i predetti elementi tipici, non sono attratti nell'ambito applicativo della gestione collettiva, per legge riservata, oltre che alle SICAF, alle SGR e alle SICAV, e si qualificano tutti per un relativo "affievolimento" del carattere collettivo dell'attività

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di Pietro Massimo Marangio*

Negli articoli sulle Società di Investimento a Capitale Fisso (SICAF), pubblicati precedentemente, sono state delineate le principali caratteristiche di tale strumento.

Come già rilevato, le SICAF sono intermediari finanziari e gestori (quando siano autogestite) protagonisti dell'attività riservata di gestione collettiva del risparmio caratterizzata, come evidenziato dal Regolamento della Banca d'Italia del 19 gennaio 2015, da tre elementi "tra loro strettamente connessi":

i) la gestione di un patrimonio;

ii) la gestione dei rischi di tale patrimonio;

iii) il carattere collettivo dell'attività, caratterizzato dalla gestione di OICR (ricordiamo al riguardo la natura ibrida delle SICAF, che sono contemporaneamente OICR e società di capitali).

Con questo contributo si intende invece evidenziare che nell'ordinamento finanziario esistono anche altri fenomeni che, pur presentando profili di contiguità con i predetti elementi tipici, non sono attratti nell'ambito applicativo della gestione collettiva, per legge riservata, oltre che alle SICAF, alle SGR e alle SICAV, e si qualificano tutti per un relativo "affievolimento" del carattere collettivo dell'attività.

In primo luogo, sono sicuramente esclusi dalla gestione collettiva i family offices, i fondi pensione, le società di cartolarizzazione e le società di partecipazione finanziaria, come espressamente stabilito, rispettivamente, dall'ESMA e nel TUF.

I family offices sono strutture indipendenti e multidisciplinari che offrono servizi di consulenza finanziaria, tributaria, legale e patrimoniale a famiglie particolarmente abbienti e consentono la pianificazione, la protezione e la trasmissione intergenerazionale di complessi patrimoni familiari o aziendali.Ai sensi dell'art. 32-quater, secondo comma, lettera d) del TUF, le società di partecipazione finanziaria sono società che detengono partecipazioni in una o più imprese, con lo scopo di realizzare strategie imprenditoriali per contribuire all'aumento del valore nel lungo termine delle stesse, attraverso l'esercizio del controllo, dell'influenza notevole o dei diritti derivanti da tali partecipazioni e che:

1) operano per proprio conto e le cui azioni sono ammesse alla negoziazione in un mercato regolamentato dell'Unione europea; oppure

2) non sono costituite con lo scopo principale di generare utili per i propri investitori mediante disinvestimenti delle partecipazioni nelle società controllate, sottoposte a influenza notevole o partecipate, come comprovato dal loro bilancio e da altri documenti societari.

Strumenti che, pur presentando alcune similitudini con i fondi comuni di investimento, non sono regolamentati (a differenza di questi ultimi) e si pongono anch'essi al di fuori della gestione collettiva del risparmio sono i club deals e i pledge funds. I club deals costituiscono una modalità di investimento, perlopiù diretto, in imprese non quotate realizzato da un gruppo di soggetti privati caratterizzati da una visione condivisa e dall'obiettivo di finanziare la creazione di valore, ad esempio nelle PMI, tramite capitale di rischio qualificato, così da conseguire significative plusvalenze in occasione dell'exit.

Solitamente, l'investimento in club deal attrae investitori che dispongono di grandi patrimoni e che possono anche essere organizzati in forma societaria. I pledge funds, introdotti nel nostro Paese mutuando l'esperienza statunitense, sono piattaforme di investimento simili ai club deals, i cui membri affidano a un gruppo di esperti l'incarico di selezionare e identificare le singole iniziative di investimento, nell'ambito di un programma relativamente generico e che non dovrebbe mai essere declinato così dettagliatamente da configurare una politica di investimento predeterminata (altro elemento distintivo tipico della gestione collettiva del risparmio ai sensi del TUF).

Come nei club deals, gli aderenti a un pledge fund si riservano il diritto di esaminare attentamente le singole proposte sottoposte loro dal team d'investimento della cosiddetta origination company e di aderire discrezionalmente, di volta in volta, ai singoli investimenti. In ciò risiede la fondamentale differenza con i sottoscrittori di un fondo comune di investimento, posti in una situazione di soggezione giuridica rispetto ai richiami dei versamenti effettuati dal gestore del fondo, non più revocabile dopo che sia stato sottoscritto il relativo commitment.

In base alla nostra esperienza, nell'attuale scenario di condizioni macroeconomiche e framework giuridico, iniziative di investimento organizzate originariamente quali club deals o pledge funds che riscuotano un certo successo e che, in una fase successiva del loro ciclo di vita, ambiscano ad ampliare la platea degli investitori (professionali o retail) cui rivolgersi, possono essere anche trasformate in SICAF ed operare nell' "ambiente controllato" del contesto regolamentare.

*a cura dell'avv. Pietro Massimo Marangio, Partner di Gentili & Partners

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