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Greener is better: il Regolamento Ecodesign per una progettazione più sostenibile

La Proposta di Regolamento si preannuncia rivoluzionaria per le numerose industry coinvolte

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di Paola Furiosi e Francesca Caliri*

Si è concluso da poco, a Milano, l’appuntamento dell’anno più importante per gli operatori del settore dell’arredamento e del design: il Salone Internazionale del Mobile . Istituito nel 1961, esso rappresenta un’occasione unica per esplorare le ultime tendenze ed innovazioni nel mondo della creatività e dell’estetica. Tuttavia, così come la continua evoluzione del design, cresce anche la necessità di integrare la sostenibilità ambientale nel processo di progettazione e produzione dei prodotti. Per rispondere a tale esigenza, nel marzo 2022 la Commissione Europea ha presentato una Proposta di Regolamento per istituire un quadro generale per la definizione di norme specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili ( Ecodesign for Sustainable Products Regulation, o “ESPR” ), noto come Regolamento Ecodesign, che comporterà l’abrogazione dell’attuale Direttiva 2009/125/CE (Direttiva Ecodesign), ormai non più in grado di rispondere alle attuali esigenze di sostenibilità richieste alle molteplici industrie interessate dalla normativa.

Infatti, se la Direttiva si sofferma sulla necessità di garantire una migliore efficienza energetica, il Regolamento svincola la progettazione ecocompatibile dai consumi, per estenderla a prodotti che non impiegano alcuna forma di energia. A tal fine, esso avrà una portata decisamente più ampia della Direttiva e si applicherà a “qualsiasi bene fisico immesso sul mercato o messo in servizio, compresi i componenti (ossia i prodotti destinati ad essere incorporati in un altro prodotto) e i prodotti intermedi (ossia i prodotti che richiedono un’ulteriore fase di fabbricazione o trasformazione per consentirne l’utilizzo finale, ad esempio l’acciaio, il cemento e le sostanze chimiche)”, interessando settori strategici quali - inter alia - quello del tessile (principalmente, abbigliamento e calzature) e del mobilio, rispetto al quale - come rilevato dalla stessa Commissione in un documento di lavoro pubblicato nel marzo 2019 - non esiste alcuno strumento specificamente dedicato alla circolarità del medesimo.

Restano escluse solamente alcune specifiche categorie di beni, tra cui prodotti alimentari, medicinali, mangimi e piante.

Le nuove regole sulla progettazione dei prodotti

Nel merito della normativa, il Regolamento Ecodesign - se approvato - predisporrà delle specifiche di progettazione basate su sostenibilità e circolarità, introducendo un’ampia gamma di requisiti, tra cui quelli relativi a:

• durabilità, riutilizzabilità, possibilità di miglioramento e riparabilità dei prodotti;

• presenza di sostanze che ostacolano la riciclabilità dei prodotti;

• efficienza energetica;

• contenuto riciclato nei prodotti;

• rifabbricazione e riciclaggio di elevata qualità dei prodotti;

• riduzione dell’impronta di carbonio e di quella ambientale dei prodotti.

Considerata l’ampia e generica portata del Regolamento, gli specifici requisiti di progettazione relativi alle singole categorie di prodotti saranno identificati in atti delegati, adottati eccezionalmente dalla Commissione su delega del Consiglio e del Parlamento Europeo.

Il Digital Product Passport

Per perseguire i propri obiettivi di sostenibilità, il Regolamento prevede altresì l’istituzione di un “ Passaporto Digitale del Prodotto ” (cosiddetto Digital Product Passport): un registro informativo digitale relativo a ciascun singolo prodotto fisico, che affianca - senza mai sostituire - le informazioni rese disponibili sul prodotto medesimo e che consente di registrare in modo sicuro i dati relativi ad eventi e transazioni durante il suo intero ciclo di vita.

Il Digital Product Passport sarà associato al prodotto fisico tramite un codice QR, un codice a barre o un’altra tecnologia, scannerizzando i quali sarà facilmente possibile accedere al pacchetto informativo desiderato, che includerà altresì notizie riguardanti i suddetti requisiti di progettazione. Gli scopi di tale tecnologia sono molteplici: incentivare la trasparenza lungo la supply chain, incrementare la circolarità dei servizi (tramite riparazione, rivendita o autenticazione di un prodotto), nonché indirizzare consumatori e imprese a compiere scelte informate in fase di acquisto.

Anche in questo caso, la Commissione Europea indicherà in appositi atti delegati gli specifici requisiti che dovranno essere inclusi in ciascuna differente tipologia di passaporto digitale.

Il contrasto alla distruzione dei prodotti invenduti

Da ultimo, il Regolamento intende arginare l’annoso fenomeno della distruzione dei prodotti invenduti, che affligge principalmente il settore tessile, ma non solo, con conseguenti disastrose sull’ambiente. Le ragioni alla base di tale distruzione possono derivare da un eccesso di scorte, da una rapida obsolescenza del prodotto, da imperfezioni estetiche o da politiche di reso orientate in tal senso, incentivate dalla crescente diffusione delle vendite online.

Ebbene, il Regolamento introduce un dovere di trasparenza per gli operatori economici che detengono i prodotti di consumo, imponendo loro obblighi di reporting attraverso i quali, con cadenza annuale, dovranno rendere noto il numero dei prodotti invenduti di cui si sono disfatti, nonché i motivi alla base di tale scelta e le informazioni circa la circolarità dei prodotti medesimi (ad esempio, se il prodotto di cui ci si è disfatti è stato impiegato per il riutilizzo di un altro prodotto).

Qualora il testo attuale sia approvato, alla Commissione sarà conferito il potere di adottare atti delegati per imporre - salvo deroghe specifiche - il divieto di distruggere i prodotti di consumo invenduti nell’Unione Europea, qualora la distruzione di determinati prodotti abbia un significativo impatto ambientale.

Prossimi passi

A seguito di un accordo provvisorio sul testo del Regolamento, raggiunto lo scorso 5 dicembre 2023, sono ad oggi ancora in corso le discussioni di tra Consiglio e Parlamento Europeo sul testo definitivo. Allo stato attuale, con la prossima adozione delle nuove norme in materia Ecodesign, recanti obblighi per tutti i vari attori della supply chain (ossia fabbricanti, importatori, rivenditori e distributori), l’Unione Europea si porrà quale leader mondiale nella lotta al cambiamento climatico e nella adozione di pratiche di produzione e consumo responsabili. Tuttavia, per massimizzare gli effetti positivi delle future disposizioni, sarà necessario un impegno congiunto da parte di istituzioni, consumatori ed industria. E proprio con riferimento a quest’ultima, si segnala come a fronte di un primo sforzo iniziale legato agli investimenti volti a garantire la piena conformità alle future previsioni normative, la crescente domanda di prodotti ecocompatibili non potrà che premiare quelle realtà che sin da subito si dimostrano sensibili al tema, garantendo loro non solo un significativo vantaggio competitivo sui concorrenti, ma anche il merito di aver contribuito al benessere del pianeta.

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*A cura di Paola Furiosi e Francesca Caliri, PwC TLS

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