Società

Il Modello 231 in un’ottica di compliance integrata e programmi ESG

Come sfruttare appieno le potenzialità del Modello 231 per renderlo uno strumento ancor più utile per le imprese

Hand shows the sign service Quality assurance 5 star, Guarantee, Standards, ISO certification and standardization concept.

di Alessia Oddone Wales*

Il Modello di organizzazione, gestione e controllo è uno strumento istituito dal Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231.

L’osservazione della prassi delle imprese italiane in materia 231 suggerisce una duplice conclusione:

a) molte imprese, che si sono dotate di un Modello 231, non ne sfruttano appieno le potenzialità;

b) molte piccole e medie imprese non si dotano affatto di un Modello 231, non percependone l’utilità e rinunciando quindi a beneficiare dei molti vantaggi che il Modello può comportare.

La funzione principale del Modello è da sempre identificata nella prevenzione della condotta criminale delle persone che all’impresa appartengono (soggetti apicali e sottoposti) e nella protezione dell’impresa stessa dalla responsabilità derivante da tale condotta.

Esistono però anche altre funzioni possibili del Modello, che possono renderlo uno strumento ancor più utile per le aziende che scelgono di adottarlo. Tra tali funzioni, le principali sono:

1. a livello immediato, il Modello costituisce un potente veicolo per contribuire alla creazione e diffusione di una culture di etica e legalità all’interno dell’impresa;

2. il Modello costituisce anche un elemento importante nei rapporti dell’impresa con la Pubblica Amministrazione, consentendo all’impresa di ottenere punteggi più alti in caso di partecipazione e bandi pubblici, richieste di finanziamento, ecc. (in quest’ottica, Il Modello costituisce anche un requisito premiale per il rating di legalità);

3. al di fuori dei rapporti con la Pubblica Amministrazione, il Modello costituisce comunque un elemento importante per consolidare la reputazione e accrescere la percezione di affidabilità dell’impresa presso i clienti e i fornitori, ai quali viene dato il conforto di sapere che l’impresa presta attenzione a temi di legalità e di compliance, essendosi dotata di un Modello;

4. il Modello può costituire la base di un sistema di compliance integrata dell’impresa;

5. il Modello può essere un elemento importante del programma ESG dell’impresa.

Queste due ultime funzioni sono particolarmente interessanti, anche per le piccole e medie imprese.

In un’ottica di compliance integrata , le potenzialità del Modello si sviluppano in modi diversi, con livelli crescenti di articolazione.

A livello minimo, il Modello può essere uno strumento di raccolta e raccordo del sistema di procedure aziendali (policies, procedure, istruzioni, linee guida); a livello più articolato, Il Modello può essere uno strumento fondamentale di governance dei rischi di compliance, che aiuta a evitare la proliferazione di sistemi di compliance paralleli e scoordinati.

In quest’ottica, i diversi programmi di compliance non costituiscono dei sistemi separati e permeati di logiche di settore, ma vengono invece gestiti in modo integrato, attraverso una condivisone di vari elementi costituitivi, tra i quali:

  • Metodologia, sia di valutazione dei rischi sia di costruzione dei programmi;
  • Costruzione dei programmi a partire dall’analisi dei processi, e quindi dei relativi rischi e sistemi di controllo, anziché dall’analisi delle prescrizioni normative in astratto;
  • Forma e linguaggio dei vari programmi e delle procedure che li compongono, con un focus sulla fruibilità degli stessi da parte dei vari soggetti interessanti (dipendenti, fornitori, ecc.);
  • Sistemi di archiviazione e accessibilità dei programmi e delle procedure, anche attraverso l’uso di una o più piattaforme digitali integrate;
  • Modalità di formazione dei soggetti interessati, con un focus sulla realtà dei programmi di compliance dell’impresa e non sulla normativa astrattamente considerata;
  • Ottimizzazione delle procedure, con utilizzo di un numero limitato di procedure coordinate, e quando possibile della stessa procedura, per disciplinare fenomeni che sono rilevanti per diversi sistemi di compliance;
  • Utilizzo di organi di gestione interni (e laddove possibile, esterni) quanto più possibili coincidenti o coordinati.

La compliance integrata sarà sempre più supportata da strumenti di tipo informatico e di intelligenza artificiale, sviluppati specificamente in ambito compliance oppure adattati a esigenze di compliance a partire da altri ambiti, soprattutto di tipo gestionale.

In un’ottica ESG (“Environmental, Social and Governance”), le potenzialità del Modello sono oggi in fase di valutazione e definizione, così come i contenuti e le caratteristiche degli stessi programmi ESG.

Si può qui solo brevemente accennare al fatto che è difficilmente immaginabile un programma ESG che non ricomprenda anche un Modello 231, come elemento di governance di rischi in un sistema di compliance integrata (quindi all’interno della “G”) e come strumento promotore di una cultura di etica e legalità d’impresa (quindi all’interno della “G” e della “S”) . Inoltre, molte aree rilevanti per Il Modello sono anche aree rilevanti a livello ESG, ad esempio: reati ambientali, salute e sicurezza, anticorruzione, antiriciclaggio, sistemi di governance, separazione dei poteri, deleghe e funzioni, whistleblowing.

Il Modello è poi sempre associato a un codice etico, che in una prospettiva ESG dovrà avere un carattere di più ampio respiro rispetto al codice etico di tipo “tradizionale”, purtroppo spesso redatto solo in una prospettiva puramente 231, con visione limitata e scarsa efficacia motivazionale.

______

*A cura di Alessia Oddone Wales, Partner di CastaldiPartners

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©