Organismo forense: giustizia non è spettacolo, basta processi in tv
Per il Segretario Ocf, Accursio Gallo: “Si mina la presunzione di innocenza”. “Troppo spesso- aggiunge - anche gli avvocati finiscono per alimentare questo circo mediatico”
“La giustizia non è intrattenimento. Eppure da anni assistiamo a una preoccupante deriva: processi trasformati in feuilleton da prima serata, tragedie vere ridotte a fiction. Ogni dolore diventa format, ogni vittima oggetto di consumo. La verità, piegata allo share, smette di essere un obiettivo per diventare spettacolo. Come Organismo Congressuale Forense, rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana, diciamo basta. Basta con i processi nei talk show, basta con gli opinionisti che anticipano le sentenze, basta con il tribunale televisivo dove simpatia e pregiudizio sostituiscono fatti e prove”. Lo dichiara il Segretario dell’OCF, Accursio Gallo.
“Il danno – continua Gallo - non è solo etico: si mina la presunzione di innocenza, si distorce la percezione della giustizia, si consegna l’opinione pubblica alla fiction. E troppo spesso anche gli avvocati e i loro consulenti finiscono per alimentare questo circo mediatico, tradendo la responsabilità del proprio ruolo”.
“Rivendichiamo un principio irrinunciabile: la giustizia si amministra nei tribunali, non nei salotti televisivi. Chiediamo informazione sobria, rispetto per le persone coinvolte, senso del limite. Non invochiamo censure, ma responsabilità. Il nostro appello va a tutte le componenti di questo sistema: ai giornalisti, che hanno il diritto - ma anche il dovere - di raccontare senza deformare; ai colleghi avvocati, che devono difendere i propri assistiti nelle sedi opportune, non davanti alle telecamere; alle istituzioni, che devono vigilare e garantire equilibrio. Serve recuperare l’etica del racconto giudiziario, perché la ricerca della verità non può più essere confusa con l’intrattenimento” – conclude il Segretario dell’OCF.