Professione e Mercato

L’arte entra negli studi con i team «trasversali»

di Flavia Landolfi

In principio è la passione. Inizia tutto da lì. Da quella spinta iniziale dell’avvocato collezionista o intenditore che coltiva i propri interessi fino a farne un’occasione di business. Arte e diritto vanno a braccetto ormai da qualche tempo, ma negli ultimi anni, sotto il segno della multidisciplinarietà, negli studi legali sono fioriti team dedicati che offrono tutte le specializzazioni per un settore che più trasversale non potrebbe essere. Fisco, commerciale, diritto d’autore, successioni, beni culturali, fino alle più avveniristiche implicazioni con la tecnologia: e dunque blockchain.

Le grandi firme degli studi legali specializzati in settori di attività tra i più diversi scommettono sull’arte: i team interni non lavorano in esclusiva ma intervengono ogni volta che un cliente, dal piccolo al grande collezionista, varca la porta dello studio con un problema: che sia una semplice consulenza o una controversia, anche su scala internazionale. Un giro di affari che va dal 15 al 30% del fatturato.

L’identikit

«Personalmente mi sono sempre occupato di arte, per interesse accademico e per passione - dice Alberto Saravalle, team leader dell’area per Bonelli Erede e tra i primi avvocati in Italia ad occuparsi di opere trafugate durante il nazismo - così nel 2016 ho proposto di formare un gruppo di lavoro multidisciplinare dedicato a questo settore: il team è composto oggi da una decina di professionisti ed è in grado di affrontare tutte le tematiche che riguardano il diritto dell’arte».

Stesso percorso per lo studio Fantozzi, che quest’anno ha inaugurato un team di 4 professionisti: «È un settore che abbiamo iniziato a seguire per passione nel 2016: da allora abbiamo registrato su questo settore un incremento della clientela a doppia cifra», spiega Edoardo Belli Contarini, a capo della divisione Art Tax Advisor dello studio tributario. Una tendenza «che deriva anche da una maggiore attenzione da parte del Fisco, complice il fatto che le operazioni girano per canale bancario, diventando molto ben visibili alle Entrate».

Anche lo studio Jenny.Avvocati ha avviato un percorso di specializzazione: il team oggi si occupa di arte, moda e design. Una scelta che prende le mosse «da una domanda crescente da parte dei clienti - spiega Stefano Casartelli, a capo del dipartimento dello studio milanese - soprattutto i grandi collezionisti e gli artisti stessi che vogliono tutelare le loro creazioni: oggi assistiamo a una maggiore consapevolezza di cosa significhi gestire un’opera d’arte, sia sul fronte delle opportunità, sia su quello dei rischi a cui si può andare incontro».

Prende piede dieci anni fa l’esperienza dello studio Martelli&Partners su input di Giovanni Battista Martelli, managing partner dello studio, appassionato di arte con il pallino delle nuove tecnologie. La sede romana dello studio è allestita come una galleria d’arte e il settore viene strutturato nel 2015 con una divisione di 4 professionisti. «Quello dell’arte è un settore trasversale che tocca diversi ambiti: l’expertise sull’opera, la catalogazione, le questioni ereditarie, fiscali, amministrative, assicurative».

Law art

Le tendenze dei prossimi anni parlano la lingua della tecnologia. Visionario il progetto di “tokenizzare” le opere d’arte che porta la firma dello studio Martelli&Partners. «Si tratta di smembrare un’opera in tante piccole tessere, ciascuna rappresentante una quota proprietaria, un diritto di proprietà digitale - spiega Giovanni Battista Martelli, ideatore del progetto -.La tokenizzazione consente a un’opera di circolare tra più persone e di essere amministrata e gestita da un management specializzato». Il progetto viaggerà sulle gambe della blockchain, il registro digitale che garantirà l’autenticità dell’opera e la sicurezza delle transazioni.

Il futuro non abbandonerà però il “core” del diritto dell’arte: le eredità. «Sempre di più il vero problema è quello della gestione, valorizzazione e soprattutto del passaggio generazionale delle collezioni - spiega Alberto Saravalle -. Si tratta di patrimoni importantissimi che possono valere anche più delle imprese di famiglia e che possono creare non pochi problemi di natura successoria». In ogni caso il lavoro per i professionisti del settore è dato in crescita. «E nel tempo potrà dar vita a un mercato di studi legali che si occuperanno solo di queste problematiche, ma sempre in chiave multidisciplinare», conclude.

Ce ne sarà anche per i tributaristi. «La tecnologia ha aperto canali trasparenti - spiega Edoardo Belli Contarini - e poi c’è stato anche il grande tema del rientro dei capitali con la voluntary disclosure. Insomma la visibilità su questo settore ha fatto maturare a tutti i soggetti, appassionati, commercianti, collezionisti, amatori, consulenti bancari e avvocati il convincimento che quello dell’arte è un fenomeno che va gestito». Il futuro? «L’arte sarà sempre più oggetto di pianificazione e di compliance».

Il cambiamento di orizzonti toccherà il pianeta del diritto ma anche quello delle opere. «Ciò che dovrà essere valutato con attenzione nei prossimi anni è tutta l’evoluzione tecnologica in riferimento alle nuove forme artistiche - dice Stefano Casartelli -. La circolazione di opere “immateriali” ha delle specificità che le distinguono da tutte le altre». Senza contare l’intelligenza artificiale che busserà alla porta anche del mondo della law art. Vietato farsi cogliere impreparati.

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