Professione e Mercato

"Le idee, i consigli: come ripartirà il turismo"

Il libro del Giudice Cammarota e' una bussola economica e giuridica


Un ritmo più consapevole invece di un consumo rapido. L'obiettivo è assaporare il mondo, godersi i momenti e non semplicemente correre per correre ancora. Nell'era della ipervelocità e della iperconnettività la parola ricorrente è "slow". E così, tra il food tourism e il turismo esperienziale, ci spiega (e racconta) come afferrare veramente un viaggio. È la chiave dell'ultimo libro di Lucia Cammarota, magistrato e scrittrice, "I diritti nel turismo per chi viaggia e per chi ospita", Edizioni Direkta, Roma.

"Non tutti i disastri arrivano per distruggere – secondo la scrittrice - a volte ci costringono a ridisegnare le priorità, a guardarci attorno per apprezzare ciò che abbiamo, a cambiare le cose che non funzionano più". Per l'autrice, rievocando il motto shakespeariano "la bellezza tenta i ladri più dell'oro", l'Italia non smetterà mai di attrarre i turisti. La pandemia è una sospensione. E poi si ricomincerà, è già scritto. Bisogna capire come.

"La bellezza. In ogni angolo. A volte nascosta, a volte esplosiva. – spiega Lucia Cammarota nella prefazione - L'Italia è il Paese delle meraviglie, si può dire senza retorica: a partire dai luoghi riconosciuti dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Un tesoro immenso. Che gli stessi italiani, a volte, non conoscono. Un tesoro da cui ripartire, assieme, dopo la lunga chiusura che ha fermato e ferito il Paese. Il turismo vale il 15 per cento del Pil e il lockdown l'ha quasi azzerato: riprendere il filo non ha solo un significato simbolico e culturale, ma un enorme valore economico. I media insistono sui miliardi di incassi in fumo nel 2020: la crisi può diventare un incubo o un'occasione. Come sempre. Un incubo se si gioca in difesa, mettendo qualche toppa qui e là. Un'occasione se si cambia marcia. E modello. Non si tratta di aggiustare il vecchio mondo, ma di immaginarne un altro. Non basterà tornare "come prima".

Nel '70 eravamo i migliori al mondo per numero di turisti, oggi siamo quinti con il pericolo di essere superati. Il 20 per cento delle strutture rischia di chiudere, il sistema stesso è antico, mentre i norvegesi hanno un portale turistico in tredici lingue. Non tutto è perduto e, se nove visitatori su dieci scelgono la meta sul web, si sa già da dove ripartire".

Di qui i consigli nell'opera, oggi più che mai necessari, per saper navigare sul web. Un'analisi accurata per comprendere come le scelte siano influenzate dai brands e dalle strategie. Per chi ospita, ecco come proporsi, attraverso il marketing dell'ascolto e il metodo dello storytelling, e per chi viaggia, ecco quali regole seguire per imparare a distinguere le recensioni false da quelle vere, per non essere naufraghi ingenui e manipolabili ma marinai esperti e capaci.

In modo consapevole, però. Accanto alla profondità dell'emozione e all'abilità sul web, la scrittrice offre la sua competenza. Lucia Cammarota, infatti, è un magistrato che scrive sentenze proprio sulla materia del turismo. Il libro così diventa una bussola particolarmente utile e pratica: vengono spiegati tutti i diritti e i doveri di chi viaggia e di chi ospita ma, soprattutto, come può finire quando si va in contenzioso, con moltissimi riferimenti giurisprudenziali della Corte di Giustizia Europea e dei Tribunali italiani. Attraverso l'analisi di ogni singolo caso possibile, con un linguaggio chiaro e semplice. E in un mare di libri sull'argomento, conviene sempre seguire i consigli di chi ha i titoli per darli.

Nell'opera un'attenzione particolare al business plan di chi fa turismo, non solo come documento per la descrizione di un progetto, le iniziative per una startup, la sostenibilità economica e finanziaria (con l'illustrazione di tutti i possibili finanziamenti, dal self-employment al crowdfunding), ma anche come metodo per mettere ordine nelle idee e saperle presentare agli altri.

Un intero paragrafo è dedicato al mondo del lavoro, con l'elenco dettagliato di tutte le nuove specifiche professioni richieste nel mondo del travel e per cui anche oggi, con un'adeguata formazione, è davvero possibile trovare un'occupazione nel settore. Dalla sintesi dell'iper-connessione data da internet e dal concetto dello user profiling, nasce il travel designer, cioè quell'operatore turistico che, sfruttando appieno le sue competenze digitali e una dettagliata conoscenza delle preferenze del cliente, è in grado di progettare non un viaggio, ma un'esperienza altamente personalizzata, dove il viaggio diventa un abito di raffinata sartoria cucito addosso alla persona.

Non da ultimo, anche le nuove proposte green economy per superare la pandemia del Covid 19, con l'approccio originale del turismo delle "tre S" consigliato dall'autrice, che sia cioè "sostenibile", lasciando un posto migliore di come si è trovato con particolare riguardo all'ambiente, "sociale", acquistando prodotti riciclabili dell'economia circolare, e "solidale", scegliendo chi rende accessibile a tutti i servizi turistici. Una proposta originale, che le è stata già riconosciuta con la consegna del Premio Human Rights Award della Lidu. "Le incredibili sinergie nell'economia ecologica: tutti, anche i meno abbienti, con la maggior probabilità di vivere sani, e diventare più consapevoli, creativi e produttivi. – precisa l'autrice - Volendo parafrasare Alan Kay, il futuro è di chi lo crea: in concreto, scegliere le strutture ricettive che utilizzano ad esempio energia pulita e cibo biologico. Un'economia del "meglio" e non del "più grande" che dia un significato a noi, alla nostra dignità e alle generazioni future.

Un'economia circolare per mantenere i materiali in uso attraverso il riutilizzo, l'upcycling e la rigenerazione. Una sfida che terrà assieme chi viaggia e chi ospita: l'ambiente è di tutti".
Il senso del libro è, mai come ora, la fiducia nel futuro, ma anche l'idea di rimboccarsi le maniche per nuovi obiettivi. Perché tra poco si riparte.

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