Civile

Giudici tributari, per l’accesso concorso articolato in tre fasi

Potranno partecipare tutti coloro che siano in possesso di un diploma di laurea in giurisprudenza, scienze dell'econiomia o scienze econimico aziendale

di Francesco Falcone

La giurisdizione tributaria sarà esercitata dai nuovi magistrati tributari a tempo pieno, reclutati mediante procedure concorsuali appositamente disciplinate. È la prima novità contenuta nel disegno di legge (articolo 1, comma 1) in materia di giustizia e di processo tributari che ha avuto il via libera anche dalla Camera.

La razionalizzazione del sistema della giustizia tributaria passerà attraverso la professionalizzazione del giudice di merito, con la previsione della figura del magistrato tributario professionale, e apporterà le conseguenti modifiche alle norme che disciplinano il reclutamento, la nomina alle funzioni direttive e le progressioni in carriera dei componenti delle commissioni tributarie.

Il reclutamento

In tal senso viene modificato l’articolo 4 del Dlgs 545/92 (decreto che disciplina gli organi speciali della giurisdizione tributaria) stabilendo che la nomina a magistrato tributario si conseguirà mediante un concorso per esami bandito in relazione ai posti vacanti e a quelli che si renderanno vacanti nel quadriennio successivo, per i quali potrà essere attivata la procedura di reclutamento.

I requisiti

Un articolo tutto nuovo (4-bis) andrà a comporre il Dlgs 545/92 per dettare i requisiti per la partecipazione al concorso per magistrato tributario.

E così potranno partecipare tutti coloro che siano in possesso di un diploma di laurea in giurisprudenza conseguito al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni, diploma di laurea magistrale in Scienze dell’economia (classe LM-56) o in Scienze economico-aziendali (classe LM-77) o di titoli degli ordinamenti previgenti a questi equiparati (in luogo della sola laurea in giurisprudenza richiesta dal testo originario).

Inoltre è necessaria la sussistenza dei seguenti requisiti: cittadinanza italiana, esercizio dei diritti civili, condotta incensurabile, non essere stati dichiarati per tre volte non idonei nel concorso in argomento, altri requisiti previsti dalle leggi vigenti.

Le prove

Il concorso sarà così suddiviso:

1 una prova scritta, che avrà la prevalente funzione di verificare la capacità di inquadramento logico sistematico del candidato e che consisterà nella redazione di due elaborati teorici (rispettivamente vertenti sul diritto tributario e sul diritto civile o commerciale);

2 una prova scritta teorico-pratica di diritto processuale tributario;

3 una prova orale sulle materie di diritto tributario e diritto processuale tributario; diritto civile e procedura civile; diritto penale; diritto amministrativo e costituzionale; diritto commerciale e fallimentare; diritto dell’Unione europea; diritto internazionale pubblico e privato; contabilità aziendale e bilancio; elementi di informatica giuridica; colloquio su una lingua straniera (a scelta fra inglese, spagnolo, francese o tedesco).

Il punteggio minimo da conseguire, all’esito delle prime prove scritte, per accedere poi alla prova orale dovrà essere pari a dodici ventesimi (12/20).

L’idoneità sarà conseguita dai candidati che otterranno un punteggio non inferiore a sei decimi (6/10) in ciascuna delle materie della prova orale e un giudizio di sufficienza nel colloquio nella lingua straniera prescelta, e comunque una votazione complessiva nelle due prove non inferiore a 90 punti ([12*3] + [6*9] = 90).

La tempistica

Nel dossier del servizio studi di Camera e Senato che accompagna il disegno di legge, con riferimento all’indizione del concorso e allo svolgimento della prova, si legge che è previsto che il concorso venga bandito, di norma annualmente, con decreto del ministro dell’Economia e delle finanze, previa deliberazione conforme del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), che determina il numero dei posti.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©