Ucraini sfollati, qualifiche professionali da riconoscere
Una racccomandazione invita gli Stati membri ad agire rapidamente
Permessi di soggiorno, sostegno sociale, assistenza sanitaria, accesso all’alloggio, all’istruzione e all’occupazione per le persone in fuga dall’Ucraina. Ma anche strumenti per permettere a chi gode della protezione temporanea – il meccanismo attivato dall’Ue con la decisione di esecuzione 2022/382 – di esercitare attività professionali. In questa direzione, la Commissione europea ha adottato ieri la raccomandazione 2022/554 sul riconoscimento delle qualifiche delle persone in fuga dall’Ucraina, con l’obiettivo di organizzare l’accesso a posti di lavoro corrispondenti al livello di qualifica in possesso delle persone titolari della prestazione temporanea. La Commissione punta all’attuazione di quanto stabilito dalla direttiva 2001/55 sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e al superamento dei limiti dovuti all’inapplicabilità della direttiva 2005/36 sul riconoscimento delle qualifiche professionali ai cittadini di Paesi terzi. Per superare quest’ostacolo, la Commissione vuole spingere gli Stati ad introdurre procedure snelle per consentire ai titolari di protezione temporanea di conseguire le competenze mancanti e di integrarsi subito nel mercato del lavoro.
Gli Stati – scrive la Commissione – devono emettere rapidamente le decisioni sul riconoscimento per i professionisti e, in caso di differenze significative acquisite nel Paese di origine rispetto alla formazione richiesta nello Stato ospitante, le autorità nazionali dovrebbero decidere entro un mese sull’eventuale necessità di misure compensative. Ridotte al minimo le formalità per il riconoscimento delle qualifiche professionali, con la possibilità per i richiedenti di presentare documenti diversi dagli originali. La Commissione spinge gli Stati verso la rinuncia a determinati requisiti come la richiesta di traduzioni certificate, con un taglio dei costi.
Nel caso di lacune nelle attestazioni delle qualifiche, la Commissione apre a un dialogo diretto con le autorità ucraine per ottenere «una conferma affidabile delle qualifiche conseguite» e, in caso di difficoltà, si prevede l’utilizzo delle credenziali digitali europee per l’apprendimento per rilasciare nuovamente in formato digitale la documentazione. Per le professioni sanitarie previsti programmi accelerati per agevolarne l’esercizio. Non solo. Le autorità nazionali dovrebbero valutare la fattibilità della creazione di strutture sanitarie extraterritoriali per curare coloro che provengono dall’Ucraina. La Commissione, inoltre, autorizza gli Stati membri a consentire alle persone che godono della protezione temporanea di svolgere alcune attività con uno status diverso. Così, un infermiere qualificato, con una formazione che non soddisfa i requisiti minimi dello Stato ospitante, può essere autorizzato a lavorare come assistente sanitario. Per superare i problemi dovuti alla mancanza di documentazione originale, gli Stati dovranno applicare la Convenzione di Lisbona che obbliga i Paesi ad adottare ogni misura possibile e ragionevole per «elaborare modalità alternative di valutazione delle qualifiche».