Amministrativo

Greco (Cnf): troppi limiti nell’accesso alla giustizia, difesa a rischio

Il Presidente del Consiglio nazionale forense esprime le preoccupazioni della categoria su: digitalizzazione, AI, sinteticità atti, costi di accesso alla giustizia ed applicazione dell’equo compenso

di Francesco Machina Grifeo

Ferma contrarietà dell’Avvocatura ai modelli digitali obbligatori per gli atti; limiti stringenti all’utilizzo della IA da parte dei giudici e forte preoccupazione della categoria per le sanzioni previste in caso di sforamento dei limiti agli atti difensivi. Ma anche un grido d’allarme per i costi eccessivi dell’accesso alla giustizia amministrativa, che, per esempio, in materia di appalti non ha eguali nel mondo, arrivando ad alterare la concorrenza tra imprese. E ancora prudenza nel passaggio al nuovo portale telematico, mantenendo più a lungo un doppio binario e partecipazione degli avvocati al governo della giurisdizione amministrativa. Infine, un altro cavallo di battaglia dei legali che continua a trovare degli inciampi: l’equo compenso va applicato in tutti i contratti pubblici. È breve ma denso di contenuti l’intervento del Presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario e di presentazione della “Relazione sull’attività della Giustizia Amministrativa”, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e delle più alte cariche dello Stato.

“Sul tema della digitalizzazione degli atti del processo – afferma - debbo rassegnare la ferma la contrarietà dell’Avvocatura all’utilizzo obbligatorio di modelli digitali per la redazione degli atti processuali, che certamente rappresentano strumenti totalmente incompatibili con il libero ed inviolabile esercizio del diritto difesa dei cittadini, esercitato attraverso il patrocinio degli avvocati”. Un eventuale modello “editabile” dovrebbe rimanere “come ipotesi meramente facoltativa”.

Sull’uso dell’intelligenza artificiale nella giustizia, se “è indubbio che possa portare benefici significativi nell’organizzazione e nell’efficientamento degli uffici giudiziari, così come nel supporto all’approfondimento e all’analisi degli atti”, tuttavia, l’IA “non dovrà mai oscurare il ruolo centrale del giudice come persona fisica”. Ne viene dunque stigmatizzato l’utilizzo “a supporto dell’attività decisoria, inclusa la redazione anche parziale di bozze di provvedimenti”.

Sui limiti alla lunghezza degli atti difensivi, la questione è tornata “particolarmente attuale” con l’approvazione della legge di bilancio 2025. “La previsione di sanzioni - afferma Greco - quale contropartita alla pronuncia di inammissibilità del ricorso, in caso di superamento dei limiti dimensionali, in assenza di preventiva autorizzazione del Giudice, preoccupa enormemente l’Avvocatura”. Nella “eventuale applicazione” della legge allora si devono “escludere automatismi”, proporzionando la sanzione all’entità dello sforamento, alla difficoltà della questione. Perché “il principio di sinteticità, pur nella sua condivisibile importanza, non può prevalere sul diritto di difesa”.

Rimane poi ancora irrisolto, afferma Greco, il tema dei costi di accesso alla giustizia amministrativa, con contributi unificati che, in alcune materie, “si pongono oltre che come discutibili strumenti di deflazione del carico giudiziario anche come violazione dei principi della libera concorrenza”. L’accesso alla giustizia amministrativa in Italia è tra i più onerosi, per esempio, in materia di appalti pubblici o con riguardo ai provvedimenti delle Autorità indipendenti, che non sono ancorati al valore della causa. “In un ordinamento democratico, cittadini e imprese non possono essere costretti a rinunciare alla tutela dei diritti a causa di oneri che non riescono a sopportare”.

Per Greco, poi a cinquant’anni dall’inizio del funzionamento dei TAR, “i tempi sono maturi per istituzionalizzare la partecipazione dell’Avvocatura al governo della giurisdizione amministrativa, così consentendole di intervenire sugli aspetti organizzativi o di evidenziare aspetti che meritino attenzione al fini della migliore tutela dei diritti delle persone, fisiche o giuridiche”.

Infine, l’equo compenso dei professionisti e il suo coordinamento con la disciplina in materia di contrattualistica pubblica, su cui, da ultimo, è intervenuto anche il Correttivo al nuovo Codice degli Appalti (Dlgs n. 209/2024). “Alla luce del chiaro dettato della legge n. 49/2023, che non contempla eccezioni o regimi speciali per la pubblica amministrazione - afferma Greco -, l’equo compenso deve trovare piena applicazione anche nell’ambito della contrattualistica pubblica”.

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