Civile

Amministratore di fatto paga le sanzioni a carico della "cartiera" ma non le maggiori imposte

immagine non disponibile

di Paola Rossi

Le sanzioni amministrative poste a carico della società "cartiera" pura sono sicuramente oggetto della solidarietà da parte del suo amministratore di fatto. A causa della totale artificiosità della persona giuridica, di fatto, la persona fisica assume contemporaneamente il ruolo di trasgressore e contribuente. Salta cioè l'applicazione della barriera prevista dall'articolo 7 del Dl 269/2003, che invece esplicitamente afferma che le sanzioni amministrative tributarie riferibili al rapporto fiscale delle persone giuridiche non si estendono agli amministratori. Mentre in alcun caso l'accertamento di maggiori imposte a carico della società contribuente possono essere oggetto dell'avviso di accertamento diretto nei confronti dell'amministratore. Così la Corte di cassazione, con ordinanza (n. 1904 depositata ieri) ha definito nel merito il processo tributario incentrato sugli avvisi di accertamento notificati all'amministratore di fatto di una società con sede legale e contabilità inesistenti. La Cassazione, smentendo solo in parte i giudici di merito, ha definito la lite accogliendo il ricorso della persona fisica soltanto sul punto di non essere tenuto al pagamento delle maggiori imposte accertate nei confronti della persona giuridica.

La solidarietà - Quindi se l'ente giuridico non ha alcuna indipendenza dall'azione e dagli interessi di chi lo gestisce non è applicabile la norma sulla "Riferibilità esclusiva alla persona giuridica delle sanzioni amministrative tributarie". La previsionde del Dl 269 è posta a garanzia di chi amministratore trasgredisce la legge tributaria a vantaggio della persona giuridica ma non nel proprio esclusivo interesse perché la società creata è mera fictio.

Corte di cassazione - Sezione VI-T civile - Ordinanza 28 gennaio 2020 n. 1904

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©