Cartabia: ridare efficienza al processo italiano - Nel civile focus su Adr, nel penale deflazione sostanziale
La Ministra ha illustrato in Commissione il suo programma. Sulla prescrizione diverse le opzioni in campo: "prematuro prendere posizione"
Centralità del Parlamento ma anche pragmaticità nelle scelte. Perché "nel contesto attuale, sarebbe sleale delineare programmi inattuabili, che alimentino invano aspettative, ben sapendo di non poterle realizzare". L'obiettivo primario, anche considerato quello che richiede il Recovery plan, dunque "è riportare il processo italiano a un modello di efficienza e competitività". Così da consentire anche una "rinnovata fiducia dei cittadini nell'amministrazione della giustizia ed una ripresa degli investimenti". Ma anche perché la ragionevole durata risponde ad una esigenza costituzionale che "si coniuga coi valori del processo". E ancora focus sul processo tributario che rappresenta la metà delle pendenze in Cassazione e riforma del Consiglio superiore della magistratura.
È un programma vasto quella che il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha illustrato oggi in Commissione giustizia della Camera rivendicando un "metodo" di lavoro, già presentato qualche giorno fa ai Capigruppo, che mira a "non vanificare il lavoro svolto dal Parlamento" ma a "rimodularlo e arricchirlo alla luce del carattere così ampio di questa maggioranza di governo".
Nelle prossime settimane, dunque il Governo presenterà "emendamenti ai testi già incardinati grazie al lavoro di gruppi di esperti che sto costituendo presso il Ministero".
Per velocizzare il processo si lavorerà seguendo tre direttrici "tra loro inscindibili": il piano organizzativo, la dimensione extraprocessuale e quella endoprocessuale. Sul primo fronte dando piena attuazione all'Ufficio del processo; rendendo le best practices oggetto di circolari applicative di cui si dovrà occupare l'ispettorato generale, e assegnando gli incarichi direttivi solo a magistrati dalla "comprovata capacità gestionale".
Civile - Sul fronte normativo invece va esteso l'utilizzo dello strumento della mediazione dove "porterebbe un indiscutibile valore aggiunto" come nelle controversie in materia di famiglia e filiazione. Ma anche prevedendo incentivi (processuali, economici fiscali) e valorizzando la "mediazione delegata" dal giudice (o endoprocessuale). E si deve farlo per tempo perché gli effetti economici della pandemia "stanno determinando forti squilibri nei rapporti giuridici, quindi la giustizia preventiva e consensuale rappresenterà una strada necessaria per il contenimento del contenzioso quando cesseranno i provvedimenti che bloccano gli sfratti, i licenziamenti, il contenzioso bancario".
Una seconda fondamentale area di intervento è quella processuale dove "sicuramente verranno valorizzati alcuni aspetti dei Ddl in Parlamento sui quali si registra una ampia convergenza, quali ad esempio il principio di sinteticità degli atti, mediante una sua chiara affermazione e l'introduzione di specifiche disposizioni volte a renderlo effettivo".
Ma soprattutto la Commissione di studio per la Giustizia civile dovrà scegliere tra il mantenimento dei modelli di rito attuali (ordinario e sommario di cognizione ex articolo702-bis c.c., procedimento avanti al giudice di pace), con adeguati interventi di supporto, ovvero all'introduzione di un nuovo rito, semplificato e sostitutivo di quello ordinario attualmente in vigore. E ancora c'è il tema dei filtri delle impugnazioni per garantire meglio la funzione nomofilattica della Corte di cassazione.
Giustizia tributaria - Sul fronte tributario, si sta lavorando unitamente al Ministero dell'economia "per esplorare possibili linee di riforma che intervengano tanto sul piano legislativo – soprattutto per rafforzare i profili di specifica professionalità e indipendenza dei giudici tributari sia sul piano organizzativo".
Penale - Riguardo il penale, anche qui si sta lavorando sulla la durata del procedimento che è "oggetto delle preoccupazioni delle istituzioni europee", perché "di molto superiore alla media europea". Anche qui la Commissione di studio "muoverà dal lavoro esistente, proponendo tutte le integrazioni e le modifiche che si renderanno necessarie per giungere ad un adeguato contemperamento tra le esigenze di celerità del processo, dell'efficienza dell'amministrazione della giustizia, e le irrinunciabili garanzie della persona". In questo senso si dovrà "assicurare una più compiuta attuazione della Direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016, sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali".
Ma sarà necessaria anche una "deflazione sostanziale" intervenendo sui meccanismi di procedibilità, e incrementando il rilievo delle condotte riparatorie, ma anche puntando sulla sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato e sulla non punibilità per particolare tenuità del fatto.
Va poi previsto uno sviluppo della "giustizia riparativa" rendendone i programmi "accessibili in ogni stato e grado del procedimento penale, sin dalla fase di cognizione".
Carcere - Ma è sull'esecuzione penale, sul carcere - "oggetto di mie costanti preoccupazioni" -, che arrivano le parole più sentite della Ministra: "Perseguire lo scopo rieducativo della pena non costituisce soltanto un dovere morale e costituzionale – come si legge inequivocabilmente nell'art. 27 della Costituzione ma è anche il modo più effettivo ed efficace per prevenire la recidiva e, quindi, in ultima analisi, per irrobustire la sicurezza della vita sociale".
Prescrizione - E qui arriva anche il "nodo" della prescrizione che può essere riguardata da più parti coinvolgendo interessi contrapposti, "tutti meritevoli della più ampia considerazione: quelli facenti capo all'autore del reato, presunto innocente fino alla condanna definitiva, e quelli della vittima del reato stesso, oltre che dell'intera comunità civile, che attende dal processo penale l'accertamento dei fatti e delle eventuali responsabilità". Un processo dalla durata ragionevole di per sé, risolverebbe il "nodo" della prescrizione, relegandola a evento eccezionale. "Sarebbe prematuro da parte mia prendere posizione in questo momento a favore dell'una o dell'altra ipotesi. Il gruppo di lavoro che è stato istituito considererà con attenzione le diverse opzioni elaborate a tal fine sia nella letteratura sia in precedenti iniziative di riforma". Ma ha comunque aggiunto che l'impegno assunto con l'ordine del giorno sulla prescrizione ad assicurare una durata media dei processi in linea con quella europea "deve essere onorato".
Corruzione - Sul contrasto alla corruzione: "Oggi sono soprattutto i ritardi nell'accertamento giudiziale definitivo ad incidere negativamente sulla percezione collettiva della corruzione, penalizzando peraltro il nostro Paese sullo scenario internazionale".
Consiglio superiore della magistratura - Infine, il Csm: "Le note, non commendevoli vicende rendono improcrastinabile anche un intervento di riforma di alcuni profili del Csm e dell'ordinamento giudiziario, anche per rispondere alle giuste attese dei cittadini verso un ordine giudiziario che recuperi prestigio e credibilità". Quanto "al tema della riforma elettorale del Csm, è mia ferma convinzione che non debba nutrirsi l'illusoria rappresentazione che un intervento sul sistema elettorale del Csm possa di per sé offrire una definitiva soluzione alle criticità che stanno interessando la magistratura italiana, le quali attingono invero a un sostrato comportamentale e culturale che nessuna legge da sola può essere in grado di sovvertire". Una possibile ipotesi, potrebbe poi essere quella del rinnovo parziale del Consiglio Superiore della Magistratura ma la praticabilità con legge ordinaria va ancora vagliata.
Separazione carriere, solo interventi settoriali in attesa della vera riforma
di Giorgio Spangher - Professore emerito di Diritto e procedura penale presso La Sapienza Università di Roma