Civile

Consulta: nella pianificazione paesaggistica le Regioni devono coinvolgere il ministero per i Beni culturali

La sentenza n. 240 depositata il 17 novembre ricorda che durante il procedimento di formazione del piano regionale è necessario un confronto costante tra Regione e Stato

immagine non disponibile

Nella pianificazione paesaggistica le Regioni devono sempre coinvolgere il ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 240 depositata il 17 novembre . In particolare, secondo la Consulta, durante il procedimento di formazione del piano regionale è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato per un'intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio.

Per questo motivo i giudici delle leggi hanno annullato il Piano paesistico della Regione Lazio del 2 agosto 2019 e tutti gli atti conseguenziali perché il Consiglio regionale del Lazio – dopo aver raggiunto un'intesa con il MiBACT sulla proposta di piano adottata dalla Giunta regionale con decisione dell'8 marzo 2016 n. 6, sottoposta al Consiglio regionale con proposta di delibera consiliare del 10 marzo 2016 n. 60 – ha poi unilateralmente approvato il piano paesaggistico regionale senza coinvolgere il Ministero.

Una condotta ritenuta dalla Corte costituzionale in contrasto con il principio della leale collaborazione: nell'iter di pianificazione paesaggistica si deve infatti raggiungere un'intesa di carattere generale, per garantire l'unitarietà del valore della tutela paesaggistica al di là dei singoli beni per i quali è previsto l'obbligo di pianificazione congiunta. L'approvazione del piano da parte della Regione senza il via libera del Ministero è dunque illegittima e viola inoltre il Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©