Civile

Danni provocati da minori, genitori sempre responsabili se non provano la buona educazione

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di Andrea Alberto Moramarco

In tema di danni provocati da minori, sul danneggiato incombe solo l'onere di provare che il fatto illecito sia stato commesso dal minore e ad esso sia causalmente riconducibile, mentre i genitori, per andare esenti da responsabilità, devono provare di aver impartito al proprio figlio una educazione consona alle proprie condizioni sociali e familiari, nonché di aver esercitato sul minore una vigilanza adeguata all'età e finalizzata a correggere comportamenti non corretti, in ossequio ai precetti di cui all'articolo 147 del codice civile. Se tale prova liberatoria non è fornita, ricorre la fattispecie di cui all'articolo 2048 del codice civile. Questo è quanto si afferma nella sentenza del Tribunale di Rieti n. 312/2019.

I fatti - La vicenda trae origine da un insolito incidente subìto presso la propria abitazione da un bambino, il quale cadeva dallo sgabello su cui era seduto, urtato da un minore tredicenne figlio di una coppia di amici dei genitori, che si trovavano in quel frangente nella casa. Il piccolo era costretto a sottoporsi ad intervento chirurgico e riportava danni permanenti al gomito. I suoi genitori, pertanto, citavano in giudizio il padre e la madre del ragazzo, per ottenere il rimborso delle spese sostenute per l'intervento e il risarcimento dei danni subiti dal proprio figlio, in quanto ritenuti responsabili ex articolo 2048 Cc del fatto illecito commesso. Quest'ultimi in giudizio si difendevano sostenendo che in realtà la dinamica dell'incidente fosse poco chiara e che, in ogni caso, vi sarebbe stata una corresponsabilità da parte degli stessi genitori del bambino, rei di non aver adeguatamente vigilato sul medesimo.

La decisione - Per il Tribunale la domanda di risarcimento va accolta, in quanto sussistono tutti gli elementi per riconoscere una responsabilità ex articolo 2048 Cc in capo ai genitori convenuti. Ebbene, il giudice spiega che, una volta ritenuto provato il fatto storico e sussistente il nesso di causalità tra l'urto dello sgabello imputabile al tredicenne e la caduta del bambino, i genitori convenuti avrebbero dovuto fornire la prova di aver impartito una buona educazione al proprio figlio e di aver esercitato sul medesimo la necessaria vigilanza, intesa in senso relativo e non assoluto, il tutto in osservanza dei precetti loro imposti dall'articolo 147 del codice civile. Nella fattispecie, invece, puntualizza il Tribunale, i genitori convenuti non hanno «allegato alcun elemento né alcuna difesa utile a dimostrare di avere impartito al figlio una buona educazione e di avere esercitato su di esso una vigilanza adeguata». Di fronte a tale lacuna probatoria non può che configurarsi, pertanto, la responsabilità aggravata di cui all'articolo 2048 Cc.

Tribunale Rieti – Sezione civile - Sentenza 13 aprile 2019 n. 312

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