Penale

Decreto anticorruzione: dal prossimo 31 gennaio norme sul banco di prova

di Giorgio Spangher

Dando attuazione alle indicazioni provenienti dagli organismi internazionali in materia di corruzione (Greco, Ocse, Osce, convenzioni Onu - cosiddetta “Convenzione di Merida”) il Governo aveva presentato un disegno di legge concernente «Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione». L'approvazione definitiva del progetto con la legge 9 gennaio 2019 n. 3 segna un passo importante nel contrasto al fenomeno. Il provvedimento è vigente dal 31 gennaio 2019. Ma per quanto riguarda l'entrata in vigore della riforma della prescrizione è fissata al 1° gennaio 2020.

La “delicata” posizione dell'Italia nelle classifiche internazionali - Invero, come emergeva dalle statistiche europee e internazionali l'Italia manteneva una posizione del tutto insufficiente nelle valutazioni sulla percezione della corruzione e, parimenti, si faceva notare come fosse inadeguata la normativa finalizzata al contrasto del fenomeno. Del resto, il nostro Paese si mostrava largamente inadempiente rispetto agli obblighi sottoscritti a livello internazionale e spesso pure ratificati.
In tal senso andava considerata la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall'Assemblea generale dell'Onu il 31 ottobre 2003, firmata dallo Stato Italiano il 9 dicembre 2003 e ratificata con legge n. 116 del 2009.

L'approvazione della legge 3/2019 e la logica del contrasto al fenomeno - La consapevolezza - come affermato nell'iniziale Relazione illustrativa allo schema del citato disegno di legge - che «la corruzione e gli altri reati contro la pubblica amministrazione siano delitti seriali e pervasivi» e che costituiscono un fenomeno endemico che alimenta mercati illegali, distorce la concorrenza, ha indotto il legislatore a predisporre un intervento a vasto raggio con modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, al codice civile, alla disciplina penitenziaria, alla normativa in tema di responsabilità degli enti. Si tratta del consolidato arsenale normativo attraverso il quale si intraprende quell'azione di “lotta” e di “contrasto” con cui l'ordinamento risponde ai “fenomeni” criminali.
Indubitabilmente in tal modo la giustizia penale diventa uno strumento di politica sociale chiamata a rimuovere le diverse situazioni di disagio che attraversano le società. E inevitabilmente si procede a un innalzamento delle pene e alla ridefinizione di alcune fattispecie.

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