I reati tributari non possono basarsi sulle presunzioni legali previste da norme tributarie
Reati tributari - Dichiarazione fraudolenta - Presunzioni tributarie - Processo penale - Inapplicabilità
Le presunzioni legali previste dalle norme tributarie non possono costituire da sole una valida prova della commissione del reato . Si tratta di elementi indiziari che giustificano l'adozione di misure cautelari reali a carico del soggetto interessato e che non possono costituire di per sé una fonte di prova della commissione del reato, assumendo il valore di dati di fatto, che devono essere valutati liberamente dal giudice penale insieme ad elementi di riscontro che accertino l'esistenza della condotta criminosa.
• Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 febbraio 2019 n. 7242
Finanze e tributi - Accertamento - Presunzioni legali in materia tributaria - Valore indiziario nel processo penale - Sussistenza - Fattispecie
Le presunzioni legali previste dalle norme tributarie, pur non potendo costituire di per sé sole fonte di prova della commissione dei reati previsti dal d.lgs. 10 marzo 2000, n.74 , hanno un valore indiziario sufficiente ad integrare il "fumus commissi delicti" idoneo, in assenza di elementi di segno contrario, a giustificare l'applicazione di una misura cautelare reale. (Fattispecie relativa alla presunzione legale di cui agli artt. 32, comma 1, n. 2 del D.P.R n. 600 del 1973 e 51, comma 2, n. 2 del D.P.R. 633 del 1972, in virtù della quale vanno considerati come compensi tutti gli accrediti percepiti nell'anno di imposta di cui non è stata giustificata la provenienza).
• Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 giugno 2018 n. 26274
Tributi - Reati tributari - Dichiarazione infedele - Professionista - Estraneità dei versamenti effettuati sul conto corrente - Presunzione tributaria
Per il reato tributario di dichiarazione infedele spetta al professionista e/o al lavoratore autonomo provare in modo analitico l'estraneità dei versamenti effettuati sul conto corrente rispetto alla presunzione tributaria, anche se è venuta meno, in base alla sentenza della Corte costituzionale 228/2014, l'equiparazione logica tra attività imprenditoriale e professionale limitatamente ai soli prelevamenti sui conti correnti. Questo in quanto le presunzioni legali previste dalla norme tributarie, pur non potendo costituire di per sé fonte di prova della commissione dei reati previsti dal Dlgs 74/2000, hanno pur sempre valore indiziario in grado di integrare il fumus commisi delictii.
• Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 giugno 2018 n. 26274
Finanze e tributi - Accertamento - Presunzioni legali in materia tributaria - Natura giuridica - Valore probatorio nel processo penale - Limiti
Le presunzioni legali previste dalle norme tributarie, pur potendo avere valore indiziario, non possono costituire di per sé fonte di prova della commissione dell'illecito, assumendo il valore di dati di fatto, che devono essere valutati liberamente dal giudice penale unitamente ad elementi di riscontro che diano certezza dell'esistenza della condotta criminosa. (In motivazione, la Corte ha precisato che il riscontro può essere fornito o da distinti elementi di prova, o anche da altre presunzioni, purché gravi, precise e concordanti).
• Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 luglio 2015 n. 30890
Tributi - Reati tributari - Presunzioni legali - Norme tributarie - Prova della commissione dei reati - D.lgs. 74/2000- Fumus commissi delicti - Elementi di segno contrario - Misura cautelare reale - Applicazione
Le presunzioni legali previste dalle norme tributarie, pur non potendo costituire di per se' fonte di prova della commissione dei reati previsti dal Decreto Legislativo n. 74 del 2000, hanno un valore indiziario sufficiente ad integrare il "fumus commissi delicti" idoneo, in assenza di elementi di segno contrario, a giustificare l'applicazione di una misura cautelare reale.
• Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 luglio 2015 n. 30890
Tributi - Reati tributari - Norme tributarie -Presunzioni legali - Valore indiziario - Prova della commissione del reato - Giudice penale - Libera valutazione - Condotta criminosa - Esistenza
Le presunzioni legali previste dalle norme tributarie, pur potendo avere valore indiziario, non possono costituire di per se' fonte di prova della commissione del reato, assumendo esclusivamente il valore di dati di fatto, che devono essere valutati liberamente dal giudice penale unitamente ad elementi di riscontro che diano certezza dell'esistenza della condotta criminosa.
• Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 luglio 2015 n. 30890