Identità di genere, la Cedu boccia l'obbligo chirurgico per il cambio del nome in Romania
Transgender e transessuali non possono essere obbligati a compiere o completare un percorso che incide sulla vita intima
Il cambiamento dello stato civile per la persona "trans" che mantenga gli organi genitali originari non può essere negato proprio per il mancato passaggio definitivo dell'operazione chirurgica. Secondo la Corte Cedu sono palesi i profili di violazione dei diritti dell'uomo da parte di un ordinamento - come quello rumeno sanzionato - che ponga tale presupposto al cambiamento dello stato civile e di fatto impone alle persone richiedenti di sottoporsi aun delicato e pericoloso intervento chirurgico. Il rifiuto delle autorità giudiziarie rumene di riconoscere legalmente la nuova identità di genere e di ordinare alle amministrazioni dello stato civile un cambiamento di identità sessuale - senza subire un intervento chirurgico - viola la Convenzione europea. Questo in sintesi quanto affermato dalla sentenza sui ricorsi riuniti n. 2145/16 e n. 20607/16 promossi da due cittadine rumene, autoidentificatesi nel sesso maschile, di cui una sola si è sottoposta all'intervento nel Regno Unito in quanto nel loro Paese anche il medico che opera va autorizzato dai giudici nazionali. Quest'ultima questione della legittimità dell'autorizzazione a praticare l'intervento chirurgico è stata posta ma non risolta dalla Corte, in quanto la bocciatura dell'intervento come legittimo requisito per la nuova attribuzione di sesso rende irrilevante nella decisione sulle cause la soluzione di questo altro aspetto. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha affermato, all'unanimità, la violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare (articolo 8) per l'ingerenza subita, derivante dall'obbligo di operarsi, al fine di vedersi riconoscere un diritto e sottoponendo al dilemma che la Corte definisce " insolubile" di sopportare un intervento non desiderato o rinunciare al pieno esercizio dei propri diritti al rispetto della propria integrità fisica e al riconoscimento della propria identità sessuale (tutelato anche dalla privacy).
Galluzzo Sabina Anna Rita, Percorso di giurisprudenza
Dottrina