Il legale non deve provare di aver pattuito la parcella
Spetta alla parte che afferma l’accordo a una prestazione gratuita dimostrarlo. E per questo non bastano i trascorsi rapporti personali tra la cliente e il suo avvocato.
Il legale non deve provare di aver pattuito un compenso per averlo. Spetta alla parte che afferma l’accordo a una prestazione gratuita dimostrarlo. E per questo non bastano i trascorsi rapporti personali tra la cliente e il suo avvocato. La Cassazione (sentenza 28226) accoglie il ricorso di un legale contro la compensazione delle spese, malgrado la sua domanda fosse stata integralmente accolta e respinge il ricorso incidentale della cliente che sosteneva il carattere gratuito dell’assistenza in un procedimento penale. La Suprema corte ricorda, infatti, che nella prestazione d’opera intellettuale l’onerosità è elemento normale, anche se non essenziale. Per esigere il pagamento il professionista deve dunque provare conferimento e adempimento dell’incarico. Ma non deve dimostrare di aver pattuito un corrispettivo, mentre è onere dell’assistito dimostrare l’eventuale accordo per la prestazione a costo zero.
Non passa neppure il tentativo della cliente di contestare al legale l’abuso del processo, escluso dai giudici in virtù della richiesta del tutto congrua rispetto ai crediti vantati. Accolta infine la contestazione del legale sulla compensazione alle spese, possibile solo in caso di soccombenza reciproca, assoluta novità della questione trattata, o mutamento della giurisprudenza su punti dirimenti.