Comunitario e Internazionale

Il Mae contro il medesimo sistema di truffa non viola il ne bis in idem se si fonda su fatti non identici

Non osta all'eseguibilità del mandato la condanna per lo stesso tipo di reato in altro Stato Ue se i fatti alla base non sono identici

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di Paola Rossi

Il diritto Ue non consente l'esecuzione di un mandato di arresto europeo se la persona ricercata è già stata oggetto di una condanna definitiva in altro Stato membro ove sconta una pena detentiva in base alla contestazione di "fatti identici". Ma viene chiarito che la commissione di un medesimo reato in più Paesi Ue non è di per sé automaticamente fondata su fatti identici. La Cgue - con la sentenza sulla causa C-164/22 - detta gli elementi per verificare l'eventuale violazione del divieto di doppia incriminazione.

Nel caso concreto si trattava di un sistema fraudolento piramidale riferibile a una persona che rivestiva la doppia carica di presidente del consiglio di amministrazione di due società di due diversi Stati membri dove venivano commessi gli illeciti anche in tempi diversi.

La Cgue afferma che il divieto della doppia incriminazione non osta in via di principio all'esecuzione di un mandato d'arresto europeo nei confronti del responsabile di un sistema piramidale fraudolento commesso e condannato da due diversi Stati membri se i fatti alla base dei due procedimenti non sono "identici".

Ma la Corte di giustizia ricorda che la decisione quadro sul Mae contiene un motivo di non esecuzione obbligatoria che rispecchia il principio del ne bis in idem e che mira a evitare che una persona sia nuovamente perseguita o giudicata penalmente per gli stessi fatti. Il principio scatta solo se i fatti sono identici. Per verificare la sussistenza di tale "identicità" va accertato che le circostanze verificatesi e penalmente rilevanti siano discendenti dagli stessi eventi, che sono tali quando lo stesso soggetto è autore di fatti inscindibilmente legati tra loro nel tempo e nello spazio.
Al contrario non rileva per la dimostrazione che si tratti di fatti identici la qualificazione dei reati imputati.

L'esame demandato al giudice nazionale su identità o meno dei fatti
Sul caso concreto la Cgue rileva che il ricercato ha "ripetuto" in Portogallo l'attività fraudolenta messa in atto in Spagna. Ma per quanto il modus operandi sia risultato identico le attività fraudolente sono state messe in atto attraverso persone giuridiche diverse. La condotta avviata e cessata nel primo Stato membro è stata poi proseguita nell'altro. Inoltre, la prima sentenza spagnola di condanna si riferiva all'attività fraudolenta messa in atto in Spagna a danno di persone ivi residenti mentre la sentenza portoghese concerne quella messa in atto in Portogallo a danno di persone residenti in tale secondo Stato.
In tale contesto, la Corte conclude che, con riserva di verifica da parte della Corte centrale, sembra che i fatti oggetto delle sentenze spagnola e portoghese non siano identici.

Il caso a quo
Un cittadino spagnolo era, a partire dalla fine del maggio 2001, presidente del consiglio di amministrazione di una società portoghese interamente controllata da una società spagnola, di cui era parimenti, a partire dalla fine di gennaio dello stesso anno, presidente del consiglio di amministrazione.
L'attività principale delle due società era la stessa: la commercializzazione di prodotti d'investimento che dissimulava un sistema piramidale fraudolento. L'adesione massiccia di privati a tali prodotti d'investimento ha consentito alla società portoghese di sperimentare una crescita e un'espansione eccezionali. A seguito dell'intervento delle autorità giudiziarie spagnole nella primavera del 2006 e, successivamente, delle autorità giudiziarie portoghesi, le società hanno cessato le loro attività, il che ha comportato perdite finanziarie significative per gli investitori.Tale cittadino spagnolo sconta in Spagna una pena detentiva di undici anni e dieci mesi per truffa aggravata e riciclaggio di denaro, pena a cui è stato condannato con una sentenza del 2018 e che è divenuta definitiva nel 2020. Egli è stato parimenti condannato in Portogallo a una pena detentiva di sei anni e sei mesi per truffa aggravata. Un mandato d'arresto europeo è allora stato emesso nei suoi confronti in Portogallo ai fini dell'esecuzione di tale pena e trasmesso alle autorità spagnole competenti.Nel dicembre 2021, la Corte centrale spagnola ha rifiutato l'esecuzione di detto Mae con la motivazione che la persona ricercata era un cittadino spagnolo, decidendo al contempo l'esecuzione in Spagna della pena inflitta in Portogallo.

La contestazione del Mae
Il soggetto ricercato ha proposto appello avverso la decisione di esecuzione del Mae. Il cittadino spagnolo già condannato nel proprio Paese sosteneva che il Mae portoghese non fosse eseguibile tout court in quanto i fatti posti alla base del mandato erano identici a quelli per cui era stato condannato in Spagna. Il giudice ha perciò investito della questione pregiudiziale la Corte Ue.

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