Il risarcimento del danno per mancato guadagno va rapportato all’utile netto
In tema di risarcimento del danno, la determinazione del lucro cessante va desunta dalla ricostruzione ideale di quanto il creditore avrebbe conseguito per normale successione di eventi, in base a una ragionevole e fondata attendibilità, qualora l'obbligazione fosse stata adempiuta. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza n. 18249 del 16 settembre 2016. Questa ricostruzione però - proseguono i giudici della sezione seconda civile - non può essere suffragata sul solo piano ipotetico dall'astratta possibilità di lucro, bensì deve muovere da una situazione concreta, che consenta di ritenere fondata e attendibile quella possibilità. Per quanto concerne il risarcimento del danno per mancato guadagno, questo va rapportato all'utile netto, tenendo conto, quindi, degli oneri sopportati.
Consulenza tecnica d'ufficio ed esercizio del diritto di difesa - La Corte, con la decisione in questione, ha affrontato anche il tema controverso in giurisprudenza relativo al fatto se il rinnovo della consulenza tecnica d'ufficio rientri o meno nell'esercizio del diritto di difesa. Secondo un indirizzo, infatti, il giudice è tenuto a motivare sul rigetto dell'argomentata richiesta, effettuata dalla parte, di rinnovare la Ctu (Cassazione 9379/2011 e 14775/2004).
Con indirizzo contrapposto, invece, il giudice di legittimità ha ritenuto che il giudice di merito non è tenuto, nonostante la richiesta della parte, a disporre una nuova consulenza d'ufficio, atteso che il rinnovo rientra tra i poteri discrezionali del giudice di merito sicché non è necessaria un'espressa pronunzia sul punto.
Nel giudizio d'appello, invece, è ammissibile la richiesta di rinnovo perché non viene richiesta l'ammissione di un nuovo mezzo di prova; in tal caso, il giudice, se non ha l'obbligo di motivare il diniego, deve comunque rispondere nella decisione che andrà a emettere alle contestazioni mosse dall'appellante avverso le valutazioni contenute nella sentenza.
-Corte di cassazione – Sezione II civile – Sentenza 16 settembre 2016 n. 18249