Il ruolo dei derivati ESG nella finanza sostenibile
Il derivato "ESG", come ogni altro strumento finanziario, sconta in un contesto normativo-regolamentare ancora in divenire, il c.d. "rischio di misselling"
*ESTRATTO da Società - Il Mensile, 20 gennaio 2023, n. 14 p. 9 - Commento a cura di Massimiliano Danusso, Francesca Marchetti, Marco Passalacqua, Angelica Spinelli Giordano e Sara Pirri
Dalla esponenziale produzione della regolamentazione ESG (acronimo inglese di Environment, Social, Governance) a livello globale, passando per il focus dato dalle "board-room" dei players di mercato sulle tematiche di sostenibilità, la transizione verso un'economia green è diventata un punto chiave anche per gli operatori dei mercati finanziari globali.
L'agenda del legislatore europeo, che si muove nel perimetro tracciato dal Regolamento Tassonomia n. 2019/2088 , è da tempo fitta di impegni e finalizzata a creare uno standard di mercato affidabile, che includa inter alia presidi di trasparenza applicabili agli operatori del mercato finanziario, laddove viene posta in primo piano l'esigenza che l'"etichetta ESG" dei prodotti finanziari offerti, ivi inclusi i derivati, sia strettamente correlata agli obiettivi di sostenibilità perseguiti, che devono risultare chiari, concreti, realistici e misurabili.
In questo contesto, il settore finanziario, incluso il mercato dei derivati, gioca, in uno scenario di innovazione finanziaria, un ruolo importante nel supportare e traghettare tale transizione verso un'economia sostenibile, facilitando la raccolta e la destinazione di finanziamenti a medio-lungo termine e strutturando nel contempo, con un approccio taylor-made, strumenti derivati di copertura di specifici rischi finanziari.
Gli strumenti derivati collegati a obiettivi ESG, nelle diverse tipologie in cui si declinano, sono sul mercato finanziario globale da diversi anni; questo mercato, (forse) ancora di nicchia, sta tuttavia crescendo in maniera progressiva, ma costante, rafforzando l'idea che questi strumenti possano avere un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi ESG e nella transizione globale verso un'economia "verde".
In particolare, i derivati possono contribuire a favorire l'afflusso di capitali verso investimenti ESG, svolgendo un'efficace funzione di copertura (c.d. "hedging") di taluni rischi collegati a finanziamenti di attività green, etiche o socialmente utili, in linea - tra l'altro - con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite fissati per il 2030 (Sustainable Development Goals - "SDG").
Rischi, standard e principi a tutela del mercato
In ogni caso, il derivato "ESG", come ogni altro strumento finanziario, sconta in un contesto normativo-regolamentare ancora in divenire, il c.d. "rischio di misselling" ovvero il rischio che lo strumento non sia strutturato in modo tale da garantire quei presidi di trasparenza che consentano di "etichettare" il prodotto con il "bollino ESG" al fine di scongiurare eventuali profili di responsabilità vis-à-vis con l'investitore.
Per questo motivo, anche il mondo della finanza si è arricchito di un ulteriore tassello, ovvero l'utilizzo dei c.d. "KPI" (key performance indicators), ossia gli "indicatori chiave di prestazione", la cui funzione è quella di monitorare la conformità dello strumento finanziario agli obiettivi di sostenibilità posti.
In questo senso, una delle maggiori sfide che sta affrontando il mercato è quella di garantire che la documentazione relativa al derivato ESG rifletta accuratamente i KPI di riferimento.
L'International Swaps and Derivatives Association ("ISDA") sta infatti lavorando allo sviluppo di una best practice per il trading di derivati collegati a progetti ESG, delineando un framework contrattuale relativamente ai KPI analogo a quello già utilizzato per altri strumenti finanziari (es: obbligazioni e finanziamenti) in relazione alle emissioni obbligazionarie e ai finanziamenti. Un esempio di KPI applicato a un derivato potrebbe essere la quantità di gas serra emessa da una controparte in un periodo di tempo definito o una percentuale di energia prodotta da una controparte per mezzo di fonti sostenibili.
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