Civile

L'erede dell'edicola gentilizia non può escludere il diritto al sepolcro del fratello

Lo afferma la Corte d'Appello di Bari con la sentenza n. 1448/2021

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di Andrea Alberto Moramarco

Il diritto ad essere sepolti nell'edicola funeraria familiare è un diritto personale, connesso all'appartenenza alla famiglia, irrinunciabile e imprescrittibile, che non può essere leso dal componente della famiglia che riceve l'edicola gentilizia in eredità. Fra i germani che fanno parte della famiglia, infatti, si instaura «una comunione indivisibile che esclude ogni potere di disposizione del diritto da parte di taluni soltanto dei titolari, così come il potere di alcuno dei titolari di vietare, consentire o condizionare» l'esercizio del diritto spettante agli altri contitolari. Questo è quanto si afferma nella sentenza n. 1448/2021 della Corte d'appello di Bari, che ha rimarcato il diritto al sepolcro familiare di un uomo nell'ambito di una controversia familiare alquanto particolare.

La vicenda
Il caso è così singolare che gli stessi giudici, in assenza di disposizioni normative scritte, fanno riferimento, per risolvere la questione, alla consuetudine praeter legem, ai principi generali del diritto privato e ai valori costituzionali. Tutto nasce dalla morte di una signora che, quando era ancora in vita, aveva stipulato un contratto di concessione con il comune per la costruzione di un'edicola funeraria privata, ad uso familiare, per la sepoltura dei membri della famiglia, e per la realizzazione nella stessa area di una cappella gentilizia. Alla lettura del testamento si prendeva atto che la de cuius attribuiva in favore di uno dei figli – che aveva anticipato le spese sin lì sostenute - il diritto di superficie del lotto e la proprietà superficiaria della cappella funeraria da realizzarsi.
A questo punto emergeva una disputa familiare: il fratello erede del diritto di superficie riteneva che, con tale diritto, la defunta madre gli avesse trasmesso anche il diritto al sepolcro in sé considerato, con la conseguenza che egli avrebbe potuto escludere dalla sepoltura nell'edicola funeraria gli altri familiari; l'atro fratello, invece, riteneva che l'attribuzione ereditaria riguardava semplicemente aspetti e profili patrimoniali del diritto di superficie, e non anche quello di escludere dalla sepoltura gli altri componenti della famiglia.

La decisione
La complessità della questione si riflette anche nelle decisioni dei giudici. In primo grado, il Tribunale ritiene corretta la tesi del fratello erede del diritto di superficie; in appello, invece, i giudici danno ragione all'altro fratello.
Dopo una lunga premessa sullo "ius sepulchri" e l'evoluzione del concetto di famiglia, la Corte si sofferma sulla distinzione sussistente tra il diritto alla sepoltura familiare e il diritto alla sepoltura ereditario: solo in quest'ultimo caso, che si verifica quando non ci sono più superstiti della originaria famiglia, il diritto di sepolcro segue le ordinarie regole della successione mortis causa.
Nel caso di specie, invece, è configurabile un diritto al sepolcro familiare, in cui la identificazione dei soggetti titolari è fatta, «in base alla volontà del concessionario originario, prevista nell'atto di fondazione, in stretto riferimento alla cerchia dei familiari». Ciò che è stato trasmesso con il testamento è, dunque, soltanto il diritto di proprietà del concessionario sul manufatto e sui materiali sepolcrali, soggetto al generale regime di trasmissibilità, senza alcuna possibilità che possa essere in alcun modo scalfito il diritto di ciascun familiare alla sepoltura nella cappella di famiglia.
In sostanza, chiosa la Corte, l'erede diventa titolare della proprietà del manufatto per quanto riguarda gli aspetti patrimoniali, rimanendo sprovvisto di diritto di sepolcro «fin tanto che non siano estinti tutti i membri della famiglia del concessionario, i quali conservano il proprio diritto, primario e secondario, di sepolcro e rispetto ai quali l'erede è tenuto ad assicurare ogni comodità ed a ritenerli esenti di ogni onere per quanto riguarda il loro diritto di sepolcro che deriva dall'appartenenza alla famiglia del concessionario».

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