Civile

L’ultima partita del «pibe de oro» si gioca in tackle sull’eredità

L’assegnazione dei beni di Maradona farà i conti con i figli non riconosciuti e le donazioni del campione

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di Angelo Busani e Giacomo Ridella

Cento milioni di euro (forse) e diritti d'immagine mondiali. A spartirseli eredi famelici quanto innumeri, a partire dai figli: cinque, dieci, altri? E un testamento che non c'è. Se sulla morte di Diego Armando Maradona, e sulle sue ombre, si gioca già una partita mediatico-giudiziaria, l’eredità del “Pibe de oro” sarà il secondo e definitivo match che verrà giocato a lungo con probabili colpi a effetto. Per certi versi, è un caso di scuola: beni lasciati da una persona che ha abitato e lavorato in diversi Paesi per i quali anzitutto va capito quale sia la legge applicabile alla successione ereditaria.

In Italia vale il Regolamento Ue 650/2012, secondo il quale la legge applicabile alla successione ereditaria è quella del Paese in cui il defunto aveva la residenza abituale al momento del decesso. In Argentina la Ley 26.994 (Codigo civil y comercial de la Nacion) dispone che la successione ereditaria è regolata dalla legge del domicilio del defunto al momento del decesso (articolo 2644).

Maradona era cittadino argentino e negli ultimi anni aveva vissuto negli Emirati Arabi (a Dubai) e in altri Paesi (ad esempio, in Bielorussia), ma il suo ultimo domicilio (coincidente con la residenza abituale) pare da collocare in Argentina, a El Tigre (Buenos Aires). Pertanto dovrebbe valere la legge argentina.

Nessun testamento, vale la legge
Secondo la legge argentina, che è molto simile a quella italiana, se non c’è testamento l’eredità (tutti gli averi - ma anche i debiti - del defunto) si distribuisce in base alla legge (articolo 2277, Ley 26.994). E al momento - secondo una fonte vicina alla famiglia - non esiste alcun testamento di Maradona, nonostante un vecchio atto a favore delle due figlie, poi revocato, e a dispetto delle recenti dichiarazioni del calciatore con le quali aveva manifestato l’intenzione di diseredare la sua famiglia («Dico a tutti che non lascerò nulla, che donerò tutto. Tutto quello che ho guadagnato nella mia vita lo donerò»).

Aprendosi, dunque, la successione di Maradona per legge, il Codice civile argentino (articolo 2424) prevede che l’eredità passi ai discendenti del defunto, ai suoi ascendenti, al coniuge superstite e ai parenti collaterali entro il quarto grado compreso (con priorità dei parenti più stretti rispetto a quelli di grado più remoto); e, con riguardo ai figli, dispone che «i figli del defunto ereditano a pieno titolo e in parti uguali».

La battaglia legale
E qui si incappa nel primo scoglio della futura battaglia legale: Maradona aveva 5 figli riconosciuti (da quattro madri diverse) e, per quanto è dato sapere, altri 5 figli non riconosciuti. Il figlio non riconosciuto non può pretendere l’eredità, fino a che non venga riconosciuto. Cosa che può avvenire anche dopo la morte del padre, mediante un apposito procedimento giurisdizionale: e le richieste di prova del Dna stanno aumentando di giorno in giorno. Quanto al coniuge, Maradona ha avuto una sola moglie, dalla quale ha divorziato nel 2003: alla ex signora, quindi, non spetta nulla perchè l’articolo 2437 del Codigo civil dispone che il divorzio escluda il diritto di eredità tra i coniugi.

Dopo il potenziale riconoscimento di altri figli, c’è un secondo ostacolo all’assegnazione dell’eredità: per la legge argentina (articoli 2444 e 2245) i parenti più stretti hanno diritto a conseguire una quota del valore che si ottiene sommando il valore liquido dell’eredità al momento della morte dell’interessato con il valore dei beni da lui donati in vita secondo il valore che avevano al momento della donazione. Ad esempio, la quota riservata ai figli è pari ai due terzi. Si tratta di una disciplina molto simile a quella italiana (la cosiddetta “quota di legittima”). Il legittimario (l’erede per legge) può chiedere la riduzione (cioè la restituzione) delle donazioni in vita del defunto in modo da reintegrare la quota cui ha diritto per legge.

Asset e diritti d’immagine
L’eredità di Maradona si aggirerebbe tra i 75 e i 100 milioni di dollari, ma si sente anche dire che avesse solo 100mila dollari sul conto e debiti milionari. Si sa che era proprietario di immobili in Argentina, di varie auto di lusso parcheggiate in vari Paesi, di oggetti preziosi, quali un famoso anello da 300 mila euro. Impossibile sapere la verità al momento. Ma è certo che il valore più consistente che il Pibe de Oro lascia ai propri eredi è senz’altro quello delle sponsorizzazioni e dei “diritti di immagine”, vale a dire il corrispettivo percepito da Maradona (e d’ora innanzi dai suoi eredi) per concedere l’uso del nome e dell’immagine. Si pensi alle scuole di calcio in Cina a lui intitolate nonché ai legami del calciatore con Puma, Konami ed EA Sports per l’utilizzo della sua immagine nei videogiochi di calcio.

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