Professione e Mercato

La gestione delle politiche DE&I negli studi legali: opportunità e rischi tra cancel culture e woke capitalism

Per gli studi legali promuovere valori DE&I può rivelarsi un fattore strategico per consolidare la fiducia di clienti e partner. Tuttavia, è fondamentale che queste politiche non siano percepite come una manovra di marketing, ma piuttosto come un reale cambiamento strutturale

Business People Success Achievement as a Concept

di Valeria Cavallo*

Negli ultimi anni, le politiche di Diversità, Equità e Inclusione (DE&I) sono diventate centrali anche nel mondo legale. Tuttavia, queste iniziative sono ora oggetto di una crescente ondata di critiche, amplificate dai media e dalla polarizzazione del dibattito pubblico. Il termine “ woke ” – originariamente positivo, legato alla consapevolezza sociale – è stato distorto e politicizzato, diventando emblema di accuse di opportunismo.

Come possono gli studi legali navigare queste acque turbolente, evitando che la loro reputazione venga intaccata?

Il contesto: da giustizia sociale a questione economica

Le politiche DE&I sono spesso viste come un imperativo morale e sociale, ma oggi rivestono anche una dimensione economica di grande rilievo. Secondo quanto evidenziato da Carl Rhodes nel suo libro “Capitalismo woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia”, molte aziende – compresi gli studi legali – abbracciano politiche progressiste anche per migliorare la loro immagine pubblica e attrarre clienti. Questa pratica, nota come virtue signaling , rischia però di apparire come un’adesione superficiale a ideali inclusivi, piuttosto che un impegno concreto.

Per gli studi legali, promuovere valori DE&I può rivelarsi un fattore strategico per consolidare la fiducia di clienti e partner. Tuttavia, è fondamentale che queste politiche non siano percepite come una manovra di marketing, ma piuttosto come un reale cambiamento strutturale.

Lo slogan “ go woke, go broke ” – spesso usato in ambito politico negli Stati Uniti – riflette un sentimento critico verso le aziende e le figure pubbliche che sostengono politiche progressiste. In questo contesto, alcuni brand iconici come Harley Davidson e John Deere hanno fatto un passo indietro sulle loro politiche DE&I: con la polarizzazione sull’inclusione diventata un tema divisivo, i profitti profetizzati si sono ridotti. La paura di perdere clienti ha fatto fare retromarcia a diversi marchi negli USA.

Gli studi legali, essendo a contatto diretto con clienti e stakeholder di diversa estrazione, devono affrontare questa sfida con particolare attenzione. Adottare politiche DE&I senza un reale coinvolgimento degli stakeholder può esporre lo studio a critiche simili a quelle affrontate dalle multinazionali.

La crisi della DE&I e l’importanza della trasparenza

La crescente disillusione verso le politiche DE&I è evidente non solo nelle aziende, ma anche nel settore legale. La percezione di un distacco tra le dichiarazioni di intenti e le azioni reali può minare la credibilità degli studi. Per contrastare queste dinamiche, è essenziale fornire dati e prove concrete dell’impatto positivo delle iniziative intraprese.

Ad esempio, uno studio legale potrebbe mostrare come la diversificazione del proprio team abbia portato a una maggiore innovazione, o come l’adozione di pratiche inclusive abbia migliorato la soddisfazione dei dipendenti e dei clienti. La trasparenza è la chiave per evitare accuse di diversity washing o greenwashing.

Strategie per gli studi legali: gestire la reputazione e prepararsi al futuro

In un ambiente legale sempre più competitivo, il rischio di restare in silenzio è elevato. Gli studi che scelgono di non comunicare attivamente le proprie politiche DE&I potrebbero vedere la propria reputazione danneggiata da narrazioni avverse, specialmente in un contesto di crisi. Come sottolinea Vera Gheno nel suo libro “L’antidoto”, “…puoi dire più o meno tutto, usando le parole senza falsi pudori, ma con la consapevolezza e responsabilità e tenendo sempre a mente intenzioni, contesto e interlocutori…”.

Per gli studi legali, la gestione della reputazione diventa ancor di più un aspetto cruciale. Inserire le politiche DE&I nei piani di gestione delle crisi e monitorare costantemente l’evoluzione del dibattito pubblico sono passaggi fondamentali per rispondere in modo proattivo a eventuali attacchi.

Le politiche DE&I non devono essere solo uno strumento di marketing, ma parte integrante della cultura aziendale degli studi legali. Solo così potranno essere percepite come autentiche e sostenibili nel lungo termine, offrendo un vantaggio competitivo reale.

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*A cura di Valeria Cavallo, Marketing & Communication Manager

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