Penale

La prescrizione del reato non blocca la confisca

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di Patrizia Maciocchi


La prescrizione del reato non blocca la confisca urbanistica. In caso di un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, infatti, il giudice del dibattimento, non ha l'obbligo di dichiarare immediatamente le cause di non punibilità (articolo 129 del Codice di rito penale). È dunque possibile disporre la misura, anche in assenza di una sentenza di condanna, purché si proceda all'accertamento del reato «nelle sue componenti oggettive e soggettive, assicurando alla difesa il più ampio diritto alla prova e al contraddittorio». Per raggiungere lo scopo è dunque necessario proseguire il dibattimento, rimandando, nel caso, la dichiarazione di estinzione del reato alla fine del giudizio.
Un compito che può essere svolto dal giudice penale, al quale il testo unico sull'edilizia attribuisce il potere di accertare la lottizzazione abusiva e disporre la misura.
Secondo i giudici il principio affermato è in linea sia con la Carta sia con le garanzie previste dalla Cedu. La Corte costituzionale (sentenza 49 del 2015 e ordinanza 187 del 2015) ha infatti affermato che la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'Uomo (sentenza Varvara) può essere letta nel senso che la confisca urbanistica non esige una sentenza di condanna da parte del giudice penale. Per il rispetto delle garanzie previste dalla Convenzione è sufficiente il pieno accertamento della responsabilità personale del destinatario della misura ablativa. Il giudice deve dunque escludere che la sentenza sia presupposto per la misura, perché non si può esigere una condanna penale per l'applicazione di una sanzione di carattere amministrativo, per quanto assistita dalle garanzie della “pena” in base all'articolo 7 della Cedu. Con una diversa conclusione si verrebbe a determinare un integrale assorbimento della misura nell'ambito del diritto penale. Si tratterebbe – chiariscono i giudici – di una soluzione difficilmente compatibile con il principio della sussidiarietà, secondo il quale la criminalizzazione, come ultima ratio, deve scattare solo se gli altri rami dell'ordinamento non offrono adeguata tutela al bene da garantire

Corte di cassazione – Sezione III – Sentenza 29 novembre 2017 n. 53692

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