Le pretese del Fisco basate su una sentenza di lodo arbitrale vanno motivate
La registrazione della sentenza emessa in sede civile a seguito di lodo arbitrale obbliga l’amministrazione che intende chiedere l’imposta di registro a formare con attenzione l’atto impositivo. In primis, il Fisco deve evidenziare l’iter logico-giuridico seguito nella determinazione della pretesa. Inoltre, deve verificare che la sentenza abbia davvero contenuto patrimoniale, controllando anche l’ammontare dell’eventuale importo non ancora eseguito. Così afferma la Ctr Lombardia 2991/22/2017 (presidente Fabrizi, relatore Crespi).
Il caso
L’ufficio liquida a una compagnia aerea oltre 170mila euro di maggior imposta di registro in relazione alla registrazione di una sentenza emessa dalla Corte d’appello di Milano. I giudici, in particolare, erano stati chiamati a pronunciarsi sul lodo arbitrale con cui un soggetto terzo era stato condannato a versare alla compagnia oltre 5 milioni di risarcimento per indaempimenti contrattuali.
Nell’avviso di liquidazione l’Agenzia si limita a indicare:
- il numero dell’atto «sentenza civile 1398/2009»;
- la «controparte»;
- tre codici tributo (109T, 806T e 964T), con a fianco la somma da corrispondere per ognuno.
Il contribuente si oppone davanti alla Ctp, sottolineando che l’atto impositivo non è stato motivato in quanto mancano i riferimenti alla norma specifica applicata, alla base imponibile e alla metodologia liquidativa. Inoltre, secondo la società, la sentenza non ha alcun contenuto patrimoniale perché si limita a rigettare l’impugnazione del lodo arbitrale e, quindi, non riconosce alcun risarcimento del danno a favore della controparte.
L’amministrazione resiste, ricordando che l’atto impositivo è motivato in quanto contiene il riferimento alla norma applicata, alla sentenza da cui scaturisce e anche l’indicazione dell’ammontare dell’imposta liquidata.
Nel merito, inoltre, secondo l’ufficio non può essere invocata l’applicazione parziale della sentenza in quanto il contenuto e gli effetti della pronuncia si producono per l’intero lodo arbitrale.
I giudizi
I giudici di merito di entrambi i gradi danno ragione alla compagnia aerea. In particolare, secondo la Ctr:
- l’atto tributario incide negativamente la sfera patrimoniale del contribuente e non può limitarsi a riportare una serie di codici criptici con richieste di pagamento;
- l’atto deve garantire al destinatario intanto un’adeguata informativa, così da contenere tutte le conoscenze dell’amministrazione, e quindi esternare con chiarezza (sia pur sinteticamente) l’iter logico-giuridico seguito per giungere alla conclusione;
- deve essere garantito il diritto alla difesa, perché la motivazione segna i confini del processo tributario (l’amministrazione non può porre a base della propria pretesa ragioni diverse e/o modificarle, nel corso del giudizio, rispetto a quelle emergenti al momento della motivazione dell’atto);
- la sentenza, emessa a seguito di un lodo arbitrale, va valutata per l’effettiva sussistenza del contenuto patrimoniale e il registro tassa la sola parte di prestazione non ancora eseguita (Cassazione 24102/14).