Comunitario e Internazionale

Lo Stato Ue ha sempre facoltà di negare ingressi abusivi per studio

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di Paola Rossi

Applicabili le norme Ue contro le pratiche abusive in materia di soggiorno di stranieri anche se lo Stato membro coinvolto non ha recepito la direttiva che prevede tale facoltà. In quanto si tratta di applicazione di un principio generale dell’ordinamento eurounitario. Lo ha affermato la Corte di giustizia dell’Unione europea con la sentenza sulla causa C-14/23 .

Lo Stato membro, quindi, in applicazione di tale principio generale anche quando non abbia trasposto nel proprio ordinamento la direttiva 2016/801/Ue (sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, studio, tirocinio, volontariato, programmi di scambio di alunni o progetti educativi, e collocamento alla pari) può rifiutare l’autorizzazione di soggiorno sul territorio dell’Unione europea per motivi di studio se la proprosizione della domanda dello straniero costituisce di fatto un’abuso del diritto da lui astrattamente invocabile.
Il no all’autorizzazione a soggiornare nella Ue è facoltà dello Stato membro che può respingere una domanda di autorizzazione abusiva anche se non ha correttamente trasposto la direttiva che prevede tale facoltà.
Tale affermazione si fonda sulla rilevata circostanza che il divieto di pratiche abusive costituisce un principio generale del diritto dell’Unione con la conseguenza che la sua applicazione non è subordinata a un’esigenza di trasposizione.

Il caso a quo
Nell’agosto 2020 una cittadina camerunese ha presentato una domanda di visto per studiare in Belgio. Lo Stato belga ha respinto tale domanda con la motivazione che il progetto di studi dell’interessata era incoerente. Esso riteneva che la domanda tendesse in realtà a fini diversi dal proseguimento degli studi in quanto essa non aveva la reale intenzione di studiare in Belgio. La giovane donna ha contestato tale decisione dinanzi al Consiglio belga per il contenzioso degli stranieri che ha respinto il ricorso. Nel gennaio 2021 essa ha adito il Consiglio di Stato belga.
Il Consiglio di Stato belga ha interrogato la Corte di giustizia a tale proposito tramite il deciso rinviio pregiudiziale.

Abuso della domanda di ingresso e soggiorno per motivi di studio
Nella sua sentenza, la Corte dichiara che la direttiva sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per motivi, in particolare, di studio, non osta a che uno Stato membro respinga una domanda di ammissione nel suo territorio per motivi di studio qualora il cittadino di Paese terzo abbia presentato tale domanda senza avere la reale intenzione di studiare in tale Stato membro, e ciò anche qualora detto Stato non abbia trasposto la disposizione della direttiva che consente un tale rigetto.
Per quanto riguarda le circostanze che consentono di concludere nel senso del carattere abusivo della domanda, la Corte ritiene che una tale conclusione deve essere fondata su un esame caso per caso che comporti una valutazione individuale di tutte le circostanze proprie di ciascuna domanda.

A tale proposito, le autorità competenti devono effettuare tutti i controlli appropriati e richiedere le prove necessarie a una valutazione individuale della domanda. La Corte precisa che incoerenze nel progetto di studi del richiedente possono anch’esse costituire una delle circostanze che concorrono alla constatazione di una pratica abusiva, a condizione che tali incoerenze siano manifeste e che siano valutate alla luce del caso di specie.

Garanzia di un ricorso effettivo
Per quanto riguarda una questione connessa al diritto a un ricorso effettivo, la Corte considera che esso non osta a una normativa nazionale che prevede che il giudice adito di una domanda che contesta la compatibilità di una decisione amministrativa con il diritto dell’Unione sia competente solo ad annullare tale decisione, senza essere, quindi, abilitato a riformarla. Infatti, per garantire tale diritto, è sufficiente che le autorità amministrative siano vincolate dalla decisione del giudice di cui trattasi e che l’adozione di una nuova decisione possa avvenire entro un breve termine.

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