Magistratura onoraria: "stato di agitazione permanente, senza risposte sarà astensione"
Consulta MO: "Non è più possibile negare la dignità di lavoratori a cinquemila magistrati onorari"
Si alza il livello dello scontro tra magistratura onoraria e Governo. I non togati proclamano lo stato di agitazione permanente e annunciano ulteriori iniziative - prima fra tutte lo sciopero - in assenza di una convocazione da parte dell'Esecutivo entro 20 giorni.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, oltre all'assenza di tutele aggravata dalla pandemia, è stata probabilmente l'affermazione del Ministro Bonafede (in risposta a una interrogazione parlamentare) secondo cui la magistratura onoraria oltre a essere caratterizzata dalla "spontaneità della adesione" e dai caratteri della "precarietà e temporaneità" ha la "finalità di contenere il numero dei togati, pena la perdita di prestigio e la riduzione delle retribuzioni della Magistratura professionale".
"Nell'offenderci – si legge nel comunicato della Consulta della magistratura onorari a, che ha la rappresentanza delle diverse associazioni -, per la prima volta non si alza il vessillo dell'invarianza finanziaria" ormai poco credibile "a fronte di somme – anche maggiori degli 80 milioni necessari a uscire dall'impasse – stanziate, esemplificativamente, per bonus risciò e monopattini", ma si afferma semplicemente che il magistrato onorario "è immeritevole di tutele, che non è un lavoratore e che non esiste per l'Ordinamento, poiché servile non all'efficienza del Sistema e al buon andamento della res publica" bensì allo status della magistratura togata.
Sono molte le questioni messe sul tavolo dalla Consulta che necessitano "di una rapida soluzione prima che il Sistema tracolli". A questo punto però vi è un'unica strada percorribile ed è il ricorso alla decretazione d'urgenza per mantenere in servizio i magistrati onorari a tempo pieno e fino a 70 anni e riconoscere loro i diritti previdenziali, assistenziali e retributivi "compatibili con le funzioni esercitate". Per la Consulta è una "soluzione rapida" e che "rispetta i caratteri della necessaria efficienza" richiesti dalla pandemia attingendo "a personale formato, con esperienza anche pluridecennale, perfettamente in grado di operare nell'immediato e senza necessità di attendere l'esito di lunghe procedure e tirocinio".
La Consulta ricorda poi come anche durante la fase di sospensione dell'attività giudiziaria, dal 9 marzo all'11 maggio scorso, la magistratura onoraria "nonostante l'emergenza sanitaria, senza tutele, priva di adeguata retribuzione", "è rimasta negli uffici a garantire i servizi indifferibili e urgenti, le turnazioni di reperibilità e l'evasione del lavoro già preso in carico", svolgendo compiti che l'odierno sistema di pagamento a cottimo, "ancorato quasi esclusivamente allo svolgimento delle udienze, non riconosce come remunerabili".
Persino il contributo di solidarietà di 600 euro, previsto per tre mensilità, "è stato, in moltissimi Uffici, negato per la fase successiva all'11 maggio o decurtato delle misere indennità percepite per i pochi giorni di attività prestata, quasi a punire il magistrato virtuoso".
E ancora in queste settimane accade che in piena emergenza pandemica i magistrati onorari "hanno dovuto operare una disumana opzione tra diritti egualmente essenziali della persona, optando per la tutela della salute, alcuni iniziando oggi finanche lo sciopero della fame".
Il lungo e articolato documento, firmato in rappresentanze delle Associazioni da Mariaflora Di Giovanni (Presidente UNAGIPA), è una chiamata in causa di tutte le istituzioni, essendo stato inviato ai Presidente della Repubblica e del Consiglio dei ministri, al ministro della Giustizia, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera oltre che alla Commissione per la Garanzia dello sciopero nei servizi pubblici. Ma anche "per conoscenza" ai vertici delle istituzioni europee a cui la M.O. si è sovente rivolta per avere tutele.
A tutte queste autorità, dunque, Giudici di Pace, Giudici Onorari di Tribunale e Vice Procuratori Onorari chiedono di esperire il tentativo di conciliazione e attivare "ogni idonea procedura di raffreddamento al fine di affrontare e risolvere i gravi problemi evidenziati, facendo presente che, nella denegata ipotesi di mancata convocazione entro 20 giorni dal ricevimento della presente, le scriventi Organizzazioni, in ossequio al mandato ricevuto dagli organi assembleari e direttivi, porranno in essere ogni necessaria iniziativa di denuncia e sensibilizzazione dell'opinione pubblica e della società civile, nonché valuteranno le conseguenti astensioni dalle udienze e da tutte le altre attività, secondo i tempi e le modalità previsti dai rispettivi codici di autoregolamentazione".