Marijuana in ingente quantità con 4mila dosi- soglia
In caso di coltivazione di marijuana l'aggravante dell'ingente quantità scatta se il principio attivo supera di 4mila volte il valore massimo in milligrammi. Ferma restando la valutazione discrezionale del giudice.
La Corte di Cassazione, con la sentenza 13105, torna sul tema e prende le distanze dalla sentenza (36258/12) con la quale le Sezioni unite avevano tentato di superare i contrasti, fornendo un metro di valutazione. Anche in quell'occasione i giudici avevano comunque escluso ogni "automatismo".
La sussistenza dell'aggravante, per il Supremo collegio - come per i giudici della quarta sezione penale che si sono espressi ieri - non può comunque essere decisa solo in base alla "matematica". La scelta finale spetta al giudice che deve valutare gli elementi processuali giustificando la decisione con un'adeguata motivazione.
Nel caso esaminato la Cassazione ha "alzato" , la soglia di "tolleranza" a 4mila dosi- soglia.
Un'asticella che continua ad oscillare, con conseguenze non di poco conto se si considera che l'aggravante dell'ingente quantità, prevista dall'articolo 80 del Testo unico sugli stupefacenti (Dpr 309/1990), comporta un aumento di pena dalla metà ad un terzo, in considerazione del maggior rischio per la salute pubblica.
Nello specifico i giudici hanno respinto il ricorso teso a contestare la pena più severa - inflitta con il rito abbreviato - per l'applicazione dell'articolo 80, nel caso di una coltivazione di 1.630 piante di marijuana, dalle quali erano ricavabili 475.093 dosi medie singole droganti.
La Cassazione sgombra innanzi tutto il campo dall'equivoco che la circostanza aggravante non si applichi in caso di coltivazione, per poi constatare l'ampio superamento dei parametri, anche non tenendo conto del limite più basso fissato dal Supremo collegio.
Già nel 2017 la Suprema corte aveva fissato a 4 mila il valore-soglia (sentenza 36209).
Sempre nello stesso anno però un'altra sentenza di legittimità ( 55014/2017) si era invece allineata al criterio, pur "flessibile", di quota 2mila indicato dalle Sezioni unite. Una divergenza dovuta anche al peso che le varie sezioni hanno dato allo "spacchettamento" tra droghe leggere e pesanti dopo la sentenza della Consulta del 2014.
Corte di cassazione – Sentenza 13105/2019
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