Mascherin: «Più vicino l’avvocato in Costituzione»
Avvocato nella Costituzione, riforma del diritto penale finalizzata al reinserimento del condannato, potenziamento dei riti alternativi e del ruolo sociale dell’avvocatura. Se queste sono le priorità di Andrea Mascherin - confermato, per acclamazione, presidente del Consiglio nazionale forense - molti sono i temi sociali che entrano nel suo orizzonte nei prossimi quattro anni.
«Obiettivo principe – dice Mascherin – è l’inserimento dell’avvocato nella Costituzione, nel riconoscimento dei principi di libertà e indipendenza. Un traguardo, sul quale c’è un accordo trasversale da parte di tutte le forze politiche, che contiamo di raggiungere in tempi brevi». Inserire l’avvocato nella norma sul giusto processo sarà possibile con un disegno di legge di iniziativa governativa o parlamentare.
Nella parte alta della lista sulle cose da fare, anche un rafforzamento del diritto di difesa per i soggetti più deboli come i poveri e gli immigrati. «Quando si sceglie una linea politica rigorosa- sottolinea Mascherin - è necessario bilanciare, elevando la soglia di “protezione” e potenziando gli strumenti di integrazione. C’è poi l’impegno a contrastare il linguaggio d’odio, soprattutto sui social».
Per i giovani Mascherin promette formazione rafforzata, per ampliare le prospettive professionali nelle aree meno “battute”: dal diritto internazionale alla privacy, dalla concorrenza al digitale. Un intervento del Cnf è annunciato anche sul fronte dell’equo compenso: «È una norma a volte disattesa - ricorda il presidente - dai clienti forti come dalla Pa: emblematico il bando del Mise che cercava consulenti a costo zero».
Mascherin vede più luci che ombre sui due tavoli di riforma dei Codici di rito penale e civile: «I risultati sono soddisfacenti e condivisi dal ministero, dall’avvocatura e dai magistrati. Vengono salvaguardate le prerogative della difesa, mentre sul fronte penale sarebbe necessario allontanarsi dall’idea della pena afflittiva come unico rimedio».
Sul fronte del processo civile la parola d’ordine è potenziare i riti alternativi: mediazione, arbitrato e negoziazione per ottimizzare l’accesso alla giustizia.
Guardia alta anche sull’attuazione della legge sulla legittima difesa. «Serve una lettura costituzionalmente orientata che tenga al centro il diritto alla vita. Il giudice dovrà, più che mai, valutare i requisiti di necessità e immediatezza». In generale l’invito è ad abbandonare slogan e propaganda. «Perchè solo bilanciando il diritto interno con quello internazionale si trovano soluzioni equilibrate». Con l’election day di ieri anche il rinnovo del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Milano, che vede il sorpasso delle donne 14 su 25. Vinicio Nardo é il futuro presidente che raccoglie il testimone da Remo Danovi. Quanto alla componente rosa, per la prima volta nella storia del Cnf due donne entrano nel consiglio di presidenza.