Nei procedimenti di sottrazione internazionale il giudice deve valutare la volontà del minore
Minori - Sottrazione internazionale - Capacità di discernimento del minore - Manifestazione di volontà - Valutazione del giudice - Interesse superiore del minore
Il minore, capace di discernimento, conserva un diritto di manifestare la propria opinione nei procedimenti che lo riguardano e da ciò deriva l’obbligo dell’autorità giudiziaria di tenere in considerazione l’opinione manifestata dal minore, dovendo anche misurarsi con le caratteristiche del caso concreto e con il “superiore interesse del minore”. Difatti a determinate condizioni, il giudice può anche superare la contingente volontà manifestata dal minore, il quale non è sempre pienamente consapevole di tutte le implicazioni che condizionano il suo equilibrato sviluppo, purché di queste ragioni il giudice dia adeguata motivazione, all’esito di un esame approfondito e accurato di tutti gli aspetti che vengono in rilievo.
Corte di Cassazione, Sezione 1, Civile, Ordinanza, 17 settembre 2024 n. 24883
Minori - Sottrazione internazionale minori - Richiesta di rientro - Volontà del minore - Accertamento istruttorio
Ai fini dell’accertamento dell’eventuale opposizione al rientro del minore che abbia raggiunto un’ età e un grado di maturità tali da tenere conto del suo parere, se la norma impone l’ascolto del minore e, ove questi sia capace di discernimento e dalle risposte date risulti una chiara determinazione di volontà ostativa al rientro, il tribunale per i minorenni non può opporre una valutazione alternativa della relazione con il genitore con il quale il predetto minore dovrebbe vivere in esito al rientro, salvo procedere ad un approfondimento istruttorio autonomo (ad es. a mezzo consulenza tecnica d’ufficio e/o modelli di ascolto del minore più adeguati) in caso di permanenza del dubbio.
Corte di Cassazione, Sezione 1, Civile, Ordinanza, 26 novembre 2021 n. 37061
Famiglia - Potestà dei genitori minori - Sottrazione internazionale di minori - Procedimento - Audizione del minore - Necessità - Mancata audizione - Conseguenze - Illegittimità del decreto di rimpatrio.
Nel procedimento per la sottrazione internazionale di minore, l’ascolto di quest’ultimo (che può essere espletato anche da soggetti diversi dal giudice, secondo le modalità dal medesimo stabilite) costituisce adempimento necessario ai fini della legittimità del decreto di rimpatrio ai sensi dell’art. 315 bis c.c. e degli artt. 3 e 6 della Convenzione di Strasburgo del 25 gennaio 1996 (ratificata con l. n. 77 del 2003), essendo finalizzato, ex art. 13, comma 2, della Convenzione de L’Aja del 25 ottobre 1980, anche alla valutazione della sua eventuale opposizione al rimpatrio, salva la sussistenza di particolari ragioni (da indicarsi specificamente) che ne sconsiglino l’audizione, ove essa possa essere dannosa per il minore stesso, tenuto conto, altresì, del suo grado di maturità. (Nel caso di specie, la S.C. ha cassato con rinvio il decreto del giudice di merito che omettendo l’audizione del minore sulla base di una motivazione genericamente riferita alla sua immaturità e alla presumibile influenzabilità e non genuinità delle sue dichiarazioni per la presenza del genitore di riferimento, ne ordinava il ritorno immediato presso il padre).
Corte di Cassazione, Sezione 1, Civile, Sentenza, 17 aprile 2019 n. 10784
Minori - Diritti e tutela - Minore assegnato al padre - Residenza negli stati uniti - Rientro - Audizione - Opposizione - Diniego della bambina - Condizione ostativa al rientro - Approfondimento istruttorio
No al rientro della minore assegnata al padre residente negli Stati Uniti se la figlia si oppone in sede di audizione. Infatti la chiara e univoca manifestazione di diniego della bambina, che costituisce condizione ostativa al rientro, non può essere disattesa dal giudice italiano senza procedere a un autonomo approfondimento istruttorio a fronte, soprattutto, di un quadro paterno non privo di criticità.
Corte di Cassazione, Sezione 1, Civile, Sentenza, 26 settembre 2016 n. 18846
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