Penale

Nordio: Forze dell’ordine fuori dal registro degli indagati ma conservandone le garanzie

Rispondendo al question time al Senato, il Guardasigilli ha affemato che è allo studio una norma che conservi le garanzie dell’indagato senza però prevedere l’iscrizione obbligatoria nel registro

di Francesco Machina Grifeo

“Per le Forze dell’ordine stiamo studiando un provvedimento che, senza essere scudo penale, che non c’entra assolutamente nulla e di cui nessuno ha mai parlato, possa coniugare le garanzie di una persona che possa avere interesse a essere assistita in un’eventuale indagine con il fatto che non venga iscritto in nessun registro degli indagati”. Lo ha detto il Ministro della Giustizia Carlo Nordio rispondendo al question time al Senato. “Non è una cosa molto facile da fare – ha aggiunto il Guardasigilli -, la stiamo studiando tecnicamente. È una mia vecchia idea, anche questa di venti anni fa, che cerchiamo di portare a compimento”.

Il Ministro ha così chiarito meglio il senso della norma in gestazione, molto contestata dalle opposizioni, e che, se mal scritta, correrebbe il rischio di esporre ancor più gli agenti a quel punto sentiti senza però le garanzie previste per gli indagati.

Nordio è stato sollecitato dal senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, che dopo aver richiamato “frequenti casi di agenti delle forze dell’ordine sottoposti ad indagini per atti posti in essere durante l’esercizio delle loro funzioni, con conseguenze negative sulla loro reputazione”, ha chiesto di conoscere “quali iniziative siano allo studio del Ministero”.

“Si è parlato molto di scudo penale – ha aggiunto Nordio -, che è un termine improprio: è ovvio che la legge è uguale per tutti”. Anzi, ha spiegato, se un poliziotto o un carabiniere commette un reato, c’è un’aggravante specifica nel codice penale “di cui nessuno ha parlato”, e si tratta dell’aggravante di chi commette il reato quando riveste la qualità di pubblico ufficiale.

“È però anche vero – ha proseguito - che noi viviamo in una distonia: da venticinque anni, l’istituzione del registro degli indagati e delle informazioni di garanzia è un istituto fallito, perché è nato come garanzia ma si è trasformato in una condanna anticipata e in una sorta di gogna mediatica”.

Un ragionamento, ha proseguito che vale “a maggior ragione per le Forze dell’ordine”. “Se un Carabiniere spara – ha detto Nordio -, l’iscrizione nel registro degli indagati, l’informazione di garanzia è automatica perché ha il diritto - adesso parlo da ex magistrato, da ex pm - di essere assistito da un consulente nel caso in cui si faccia un’autopsia e una perizia balistica”. “Questo però è connesso al fatto che, essendo iscritto nel registro degli indagati, reca con sé questa specie di marchio anticipato di infamia”.

Balboni, in sede di replica, ha ringraziato il ministro per il provvedimento allo studio che “non è lo scudo penale che è un temine improprio” e che prevede “un bilanciamento tra le garanzie in atto per le forze dell’ordine per impedire la loro iscrizione nel registro degli indagati nell’esercizio delle loro funzioni”. Infine, ha ricordato che è in corso in Commissione Affari Costituzionali l’esame del ddl sicurezza che contiene norme a sostegno delle forze dell’ordine e di sicurezza, a cominciare dalle spese legali che devono anticipare.

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