Vendita: la parte non inadempiente può chiedere la risoluzione e la restituzione della caparra
Qualora, anziché recedere dal contratto, la parte non inadempiente si avvalga dei rimedi ordinari della richiesta di adempimento ovvero di risoluzione del negozio, la restituzione della caparra è ricollegabile agli effetti restitutori propri della risoluzione negoziale, come conseguenza del venir meno della causa della corresponsione. Giacché - spiegano i giudici della Cassazione civile con la sentenza 8571/2019- in tale ipotesi essa perde la sua funzione di limitazione forfetaria e predeterminata della pretesa risarcitoria all'importo convenzionalmente stabilito in contratto e la parte che allega il danno, oltre che alla restituzione di quanto prestato in relazione o in esecuzione del contratto, ha diritto anche al risarcimento dell'integrale danno subito, se e nei limiti in cui riesce a provarne l'esistenza e l'ammontare in base alla disciplina generale di cui agli articoli 1453 e seguenti del codice civile.
Il giudice di legittimità, nella decisione in esame, ha puntualizzato che il diritto previsto dall'articolo 1481 del codice civile, secondo il quale il compratore può sospendere il pagamento del prezzo o pretendere idonea garanzia quando abbia ragione di temere che la cosa possa essere rivendicata da terzi, presuppone che il pericolo di evizione sia effettivo e cioè non meramente presuntivo o putativo, onde esso non può risolversi in un mero timore soggettivo che l'evizione possa verificarsi, ma, anche quando si abbia conoscenza che la cosa appartenga ad altri, occorre che emerga da elementi oggettivi o comunque da indizi concreti che il vero proprietario abbia intenzione di rivendicare, in modo non apparentemente infondato, la cosa.
Da quanto detto, ne consegue che il semplice fatto che un bene immobile provenga da donazione e possa essere, teoricamente, oggetto di una futura azione di riduzione per lesione di legittima esclude, di per sé, che esista un pericolo effettivo di rivendica e che il compratore possa sospendere il pagamento o pretendere la prestazione di una garanzia.
Cassazione – Sezione II civile – Sentenza 27 marzo 2019 n. 8571