Penale

Rafforzare il controllo del Gip

di Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei

Maggiore controllo da parte del giudice e sottoposizione della richiesta di proroga (unica e di massimo sei mesi) al contraddittorio con l’indagato. Sono gli obiettivi dell’Unione camere penali che punta sul rafforzamento del potere del giudice di verificare il momento dell’iscrizione nel registro degli indagati.

Quali i punti da riformare?
Il momento dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato a carico di persone note non può più essere lasciato alla valutazione arbitraria del Pm. Troppo spesso l’iscrizione al registro ignoti viene utilizzata per sottrarre l’indagine al controllo dei tempi e questo è un dato che le statistiche non rilevano.

In che modo va rafforzato il controllo del giudice?
Per contrastare la pratica di ritardare l’iscrizione al registro delle persone note, bisogna consentire al Gip di verificare l’iscrzione e, se necessario, retrodatarla. Questo renderebbe inutilizzabili gli atti di indagine compiuti dopo la nuova scadenza e disinnescherebbe i meccanismi elusivi.

Qual è la “giusta” durata?
Bisogna ammettere che sei mesi è un tempo troppo breve. E infatti le proroghe vengono accordate quasi automaticamente. La durata andrebbe allungata ad un anno ma, poi, a scadenza, la richiesta di proroga (unica e di massimo sei mesi) deve essere seria e passare per un contraddittorio con l’indagato (eccetto i reati di massima gravità). Interloquire in udienza è un’esigenza imprescindibile che assicura che la richiesta di proroga abbia un fondamento e non sia un mero automatismo. Oggi il Codice prevede il controllo del Gip, ma nella realtà le proroghe sono routine.

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