Comunitario e Internazionale

Perché l'interoperabilità è la chiave per la decarbonizzazione e non solo

Lo scambio di informazioni tra i diversi attori dell'e-mobility, attuabile grazie all'adozione di protocolli di comunicazione standard e di accordi di interoperabilità, è uno dei fattori chiave per il raggiungimento dell' obiettivo di decarbonizzazione del trasporto privato entro il 2050

di Barbara Sartori, Giulia Cipriani*

La diffusione della mobilità elettrica e dunque il raggiungimento dell'ambizioso obiettivo di decarbonizzazione del trasporto privato entro il 2050 dipendono intimamente dalla capacità degli operatori del settore di realizzare una rete di infrastrutture di ricarica elettrica che consenta ai driver di auto elettriche (EV driver) di ricaricare il proprio veicolo in qualunque luogo ed in qualunque momento, all'interno del territorio dell'UE, permettendo di superare l'"ansia da ricarica" che attualmente frena molti potenziali acquirenti di auto plug-in.

Uno dei principali ostacoli al raggiungimento di tale obiettivo è costituito dalla frammentarietà dell'ecosistema della mobilità elettrica, caratterizzato dalla presenza di plurimi attori che intervengo a livelli diversi del processo di ricarica: i produttori di veicoli e di infrastrutture di ricarica, i gestori di dette infrastrutture di ricarica (Charging Point Operator o CPO) e i Mobility Service Provider (MSP) che erogano al cliente finale i servizi di ricarica mediante App, RFID card, wallet e carte di credito.

Per garantire un efficiente sistema di ricarica elettrica, user-friendly e fruibile in modo fluido "anytime and everywhere" all'interno dell'UE, le informazioni su ubicazione, disponibilità e tariffe dei punti di ricarica devono essere facilmente accessibili all'utente.

A tal fine è indispensabile che i diversi attori dell'e-mobility scambino tra loro i dati relativi alle infrastrutture e ai servizi di ricarica in modo semplice e immediato, consentendo all'EV driver di scegliere liberamente e in tempo reale presso quale stazione di ricarica rifornirsi, indipendentemente sia dall'identità del CPO gestore dell'infrastruttura, sia da quella del MSP con cui abbia attivo un contratto di fornitura di servizi di ricarica elettrica.

Ciò è attuabile tramite la cd. interoperabilità ossia "la capacità di due o più sistemi o componenti di scambiare informazioni e di utilizzare le informazioni che sono state scambiate" (cfr. IEEE Standard Computer Dictionary) e quindi grazie all'adozione di protocolli di comunicazione standard e di accordi di interoperabilità tra CPO e MSP.

Lato giuridico, il rapporto tra CPO e MSP concretizza un contratto di fornitura di servizi, in forza del quale il CPO rende operabili le proprie stazioni di ricarica ai clienti del MSP, consentendone, tramite l'app del MSP, la localizzazione, l'indicazione della potenza e dello status, la prenotazione e garantendo il rispetto di determinati livelli di servizio. Il MSP, dall'altro lato, si impegna a corrispondere il prezzo pattuito, ad utilizzare le infrastrutture del CPO secondo le modalità convenute nel contratto e a non utilizzare i dati acquisiti per scopi diversi dall'esecuzione del contratto.

Diversi sono i modelli di business attraverso i quali detta interoperabilità può essere attuata.

Il modello binario, o peer to peer, interviene tra un CPO e un MSP ed è solitamente utilizzato tra grandi operatori che generano un traffico significativo di dati, mentre le soluzioni hub di roaming, prevedendo che più CPO e MSP si aggreghino tra loro all'interno di un'unica piattaforma, risultano più attrattive per piccoli operatori che non vogliono sostenere costi di negoziazione e gestione di rapporti peer to peer, oppure grandi operatori che intendono ampliare la propria rete includendo anche una moltitudine di micro operatori. Spesso, tuttavia, le operazioni peer to peer e gli hub di roaming si combinano tra loro dando vita a sistemi ibridi.

Affinché i software dei CPO e dei MSP possano fattivamente comunicare tra loro i rispettivi dati – e rendere il processo di ricarica sempre più fluido e user-friendly – è indispensabile l'adozione di protocolli standard di comunicazione, senza i quali i dati scambiati risulterebbero non intellegibili e quindi inutilizzabili.

Ma l'interoperabilità è destinata a giocare un ruolo ancor più cruciale nel prossimo futuro, quando, con lo sviluppo del quinto livello di guida autonoma, le auto saranno sempre più interconnesse non solo tra loro, ma anche con l'ambiente circostante. Grazie ai protocolli di comunicazione standardizzati e condivisi, il veicolo sarà in grado di "dialogare" non solo con altri veicoli, ma anche con le infrastrutture stradali e con gli smartphone e i dispositivi wearable dei pedoni ed assumere decisioni in tempo reale per evitare possibili incidenti, ottimizzare gli itinerari in base alle evoluzioni predittive del traffico, reagire preventivamente alle mutevoli condizioni stradali, nonché riconoscere segnali stradali e avvisi. Certo è che questa enorme quantità di dati dovrà poter essere scambiata ed elaborata rapidamente, esigenza che pone nuovamente al centro della scena tecnologie abilitanti quali 5G e computer quantici.

_____

*A cura dell'avv. Barbara Sartori (partner) e avv. Giulia Cipriani, Studio CBA

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©