Giustizia

Cartabia: Dlgs riforma civile e penale entro l'estate - Guerra in Ucraina, rischio mafie

Rispondendo al question time alla Camera la Guardasigilli ha annunciato il varo di una "Commissione per l'elaborazione di un Codice per i crimini internazionali"

di Francesco Machina Grifeo

Prima dell'estate, a fine giugno o nelle prime settimane di luglio, gli schemi dei decreti legislativi attuativi delle leggi delega di riforma della giustizia penale e civile saranno definitivamente presentati in Consiglio dei Ministri e trasmessi alle Camere per il parere delle Commissioni competenti. Lo ha detto la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, rispondendo oggi al question time a Montecitorio . La Ministra ha aggiunto che i lavori della Commissione Ministeriale di revisione dei reati fallimentari si concluderanno sicuramente entro il mese di aprile. Cartabia ha poi ricordato che il termine individuato nella c.d. Milestone del PNRR per l'esercizio delle deleghe è l'ultimo trimestre del 2022.

Rispondendo poi ad una domanda sul rischio che la guerra in Ucraina possa agevolare infiltrazioni criminali, Cartabia ha affermato che il Governo "è consapevole che ogni situazione di conflitto armato, può costituire un'occasione per aprire un varco pericoloso agli affari criminali delle mafie, che potrebbero cercare di sfruttare le vulnerabilità del mercato e cercare di acquisire vantaggi nel traffico illecito di armi". "Ed è per questo – ha proseguito - che rinnovo l'impegno mio personale e del Governo a porre in essere tutte le iniziative che si rendano necessarie" annunciando la firma, nella giornata di ieri, di un decreto che istituisce una "Commissione per l'elaborazione di un Codice per i crimini internazionali, quale ulteriore strumento che si affianca a quelli già vigenti per contrastare le derive criminali più gravi".

Le riforme, civile e penale e fallimentare - "Con riferimento all'esercizio delle deleghe per la riforma del processo penale e del sistema sanzionatorio - ha spiegato la Ministra -, i cinque gruppi di lavoro istituiti con il Dm del 28 ottobre 2021 hanno tempo fino al 30 aprile 2022 (gruppi di lavoro di cui agli articoli 2, 3 e 4 del decreto) e fino al 10 maggio 2022 (gruppi di lavoro di cui agli articoli 5 e 6 del decreto – si tratta della riforma del sistema sanzionatorio e della giustizia riparativa) per la redazione di una bozza degli schemi di decreto legislativo e delle relazioni illustrative".

Mentre con riguardo all'esercizio della delega per la riforma della giustizia civile, "i sette gruppi di lavoro istituiti con il Dm del 14 gennaio 2022 hanno termine fino al 15 maggio 2022 per la redazione di una bozza degli schemi di decreto legislativo e delle relazioni illustrative (per il gruppo n. 7 il termine è differito e ragguagliato alla successiva entrata in vigore della riforma ordinamentale)".

A valle della conclusione dei lavori dei gruppi, le bozze di proposta elaborate "potrebbero richiedere ulteriori fasi istruttorie" interne ed esterne al Ministero della Giustizia prima della presentazione in Consiglio dei Ministri e della trasmissione alle Camere per l'espressione del parere da parte delle Commissioni competenti per materia, per cui si arriverebbe al mese di luglio.

Quanto, infine, ai lavori della Commissione Ministeriale sulla revisione dei reati fallimentari e per adeguare, e rendere funzionali, le fattispecie penali alla mutata disciplina della crisi di impresa e dell'insolvenza, "siamo ormai in una fase avanzata, avendo ognuna delle quattro Sottocommissioni in cui sono stati divisi i componenti della medesima Commissione fornito al Presidente dott. Renato Bricchetti gli articolati e le relazioni che poi dovranno essere discussi in sede plenaria". Ragion per cui i lavori della Commissione "si concluderanno sicuramente entro il mese di aprile, previa concessione di una breve proroga", essendo attualmente fissata la conclusione dei lavori alla data del 31 marzo 2022.

Ucraina, rischio infiltrazioni criminalità – Tornando al rischio di infiltrazioni della criminalità in un contesto di guerra, Cartabia ha affermato che "il nostro Paese non arriva impreparato" ma che "anzi, è dotato di una legislazione antimafia, diventata modello in tutto il mondo, e per noi motivo di orgoglio. Ma ancor di più non arrivano impreparate le nostre forze investigative e le nostre autorità giudiziarie, che possono contare anche su una disciplina comunitaria e interna in materia di armi. Questa disciplina è oggi assai articolata e non manca di prevedere, tra l'altro, le opportune specificazioni e conseguenze per il caso in cui il traffico illecito sia realizzato attraverso organizzazioni criminali, anche a proiezione transnazionale".

Taser nella cerceri – "Un'eventuale sperimentazione del taser da parte della polizia penitenziaria dovrebbe sottostare alle stesse regole e alle stesse limitazioni già previste per l'impiego di ogni altro armamento speciale di reparto, proprio a garanzia della sicurezza". Così la Ministra rispondendo alla interrogazione di Luca Paolini (Lega). Cartabia ha poi ricordato che "di norma in carcere non entrano le armi perchè un'arma che entra in sezione è un elemento di pericolo in più". E che gli interventi con armamenti speciali di reparto (sfollagente, scudi protettivi anti-sommossa, caschi protettivi, maschere anti-gas) avvengono solo in caso di eventi critici per i quali è necessaria l'autorizzazione specifica del Direttore della struttura in casi eccezionali".

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