Società

La vera rivoluzione della CSRD: obblighi di governance e dovere di diligenza

ESTRATTO da Compliance - Il Mensile, 6 giugno 2023, n. 5 - Edizione a cura di Studio Rödl & Partner

di Rita Santaniello

La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Standard Directive, Direttiva 2022/2464/UE ), andrà a modificare la Direttiva contabile europea (2013/34/UE), la Direttiva sulla trasparenza (2004/109/CE), il Regolamento sulle informazioni sull'emittente (Regolamento UE 569/2014), il Regolamento sulla revisione contabile (Regolamento UE 537/20149), il SFDR (Sustainable Finance Action Plan) e, soprattutto, la NFRD (Non-Financial Reporting Directive, Direttiva 2014/95/UE).

La CSRD è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea del 16 dicembre 2022 e verrà applicata a partire dal 1 gennaio 2024.

Si è già scritto molto a riguardo e grande enfasi è stata data all'estensione del campo di applicazione dell'obbligo di rendicontazione, ovverosia al fatto che a partire dal 2024 (con obbligo di rendicontazione nel 2025), l'obbligo si estenderà alle grandi imprese anche non quotate, ovvero alle imprese che occupino più di 250 addetti e con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro, oppure, alternativamente, un totale di bilancio superiore a 43 milioni di euro, per poi estendersi ulteriormente e progressivamente fino a ricomprendere anche le PMI.

Tuttavia, non è stata forse data sufficiente enfasi alla vera e propria rivoluzione innescata dalla CSRD, rivoluzione che si completerà con la futura CSDDD (Proposta di Direttiva "Corporate Sustainability Due Diligence Directive"), volta ad introdurre per le imprese nuovi obblighi di due diligence in materia ambientale e di tutela dei diritti umani.

La Direttiva e la Proposta, assieme ai Regolamenti UE 2019/2088 e 2020/852 (meglio noti come SFDR, Sustainable Financial Disclosure Regulation, in materia di informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, e il Regolamento Tassonomia) costituiscono tasselli fondamentali della normativa per l'attuazione dell'Action Plan europeo in materia di economia e finanza sostenibile e fungono da architrave ad una vera e propria rivoluzione della gestione aziendale, dove la stessa legittimità e libertà di azione è (e sarà sempre più) condizionata al rispetto dei principi ESG. La sostenibilità dell'attività imprenditoriale è indicata come un vero e proprio must, condizione di liceità della stessa libertà di iniziativa imprenditoriale.

È importante, quindi, cogliere appieno la portata della Direttiva CSRD, per non sottovalutarne l'impatto in termini di responsabilità sociale dell'impresa e personale degli amministratori, oltre che degli organi di controllo e dei revisori chiamati a fornire l'assurance dei bilanci di sostenibilità.

Non a caso buona parte del testo della CSRD è dedicata alla riforma della normativa regolante l'attività dei revisori legali.

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