Penale

Società: esteso dal 23 marzo il catalogo dei reati della 231 per violazioni contro il patrimonio culturale

Con l'entrata in vigore legge 22/2022, sono stati infatti introdotti nuovi illeciti penali contro i beni e il paesaggio. Le imprese dovranno adeguare i loro Modelli organizzativi

di Marco Pauletti

Dal 23 marzo 2022, il catalogo dei reati che comportano la responsabilità delle società è stato esteso anche agli illeciti posti a tutela del patrimonio culturale. Gli enti interessati dovranno ora aggiornare i modelli organizzativi già in essere, ovvero predisporli se ancora non osservano il sistema preventivo previsto dal Dlgs 231/2001.

Con l’entrata in vigore legge 22/2022, sono stati infatti introdotti nuovi illeciti penali “contro il patrimonio culturale”. Questo passaggio è considerato fondamentale nell’iter che porterà a breve alla cosiddetta “transizione ecologica”: l’intervento normativo mira ad aumentare la tutela ai beni culturali e al paesaggio, attraverso lo strumento del diritto penale.

Le nuove disposizioni riformano gli illeciti a tutela del patrimonio culturale con l’obiettivo di riformare profondamente la materia, inasprendo il trattamento sanzionatorio.

Nuovi reati contro il patrimonio culturale e le modifiche alla 231

Contemporaneamente, è stato modificato il decreto legislativo n. 231/2001, sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, con l’introduzione dell’articolo 25-septiesdecies, rubricato “Delitti contro il patrimonio culturale” che prevede diversi livelli di pena pecuniaria per l’ente, in base alla gravità del reato commesso.

Si passa così:

da 100 a 400 quote, per le violazioni in materia di alienazione di beni culturali (articolo 518-novies c.p.);

da 200 a 500 quote, per l’appropriazione indebita (articolo 518-ter c.p.), l’importazione illecita (articolo 518-decies c.p.) e il trasferimento all’estero non autorizzato di beni culturali (articolo 518-undecies c.p.);

da 300 a 700 quote, per la distruzione, dispersione o deterioramento di beni culturali (articolo 518-duodecies) e per la contraffazione di opere d’arte (articolo 518-quaterdecies);

da 400 a 900 quote, per reati più gravi quali il furto, la ricettazione di beni culturali, nonché la falsificazione di scrittura privata relativa a beni culturali.

Si ricorda che ogni quota varia da un minimo di 258 euro ad un massimo di 1.549 euro.

Viene anche prevista la sanzione interdittiva (articolo 9, comma 2, Dlgs 231/2001) inferiore a due anni. Inoltre, viene introdotto l’articolo 25-duodevicies in materia di “Riciclaggio di beni culturali e devastazione e saccheggio di beni culturali e paesaggistici” il quale, in relazione alla commissione dei delitti di riciclaggio (articolo 518-sexies c.p.) e devastazione o saccheggio di beni culturali (articolo 518-terdecies c.p.), prevede l’applicazione nei confronti dell’ente di una rigida sanzione pecuniaria da 500 a 1000 quote.

Le finalità delle nuove norme

La ragione dell’introduzione delle due nuove fattispecie nel catalogo dei reati presupposto, va ricercato nella volontà del legislatore di rafforzare la tutela dell’ambiente e dei beni culturali, anche nell’ambito di operatività di una persona giuridica: questa legge, infatti, fornisce la più ampia protezione a questo bene giuridico, poiché prevede che ogni destinatario della normativa 231 debba aggiornare ed implementare il modello per prevenire il verificarsi di questi nuovi illeciti, onde evitare che vengano perpetrati da un soggetto in posizione apicale o sottoposta a direzione e vigilanza.

Nonostante le nuove norme giungano in un momento di particolare attenzione e sensibilità verso la tutela del paesaggio e dei beni culturali va evidenziato che esse devono incardinarsi nel sistema di responsabilità dell’ente.

Come noto, per configurarsi tale tipo di responsabilità, è richiesta la sussistenza dell’interesse o vantaggio per la società, derivante dal fatto commesso. Nella specie, appare abbastanza difficile configurare questo tipo di responsabilità in capo alla persona giuridica, essendo necessario provare il vantaggio tratto anche sotto un profilo di risparmio di costi.

E’ più verosimile, infatti, che i reati in questione determinino un beneficio a carico del reo persona fisica.

Sotto un profilo più operativo, gli enti e le imprese dovranno aggiornare il Modello di organizzazione e gestione, che tuttavia, stante il particolare contenuto e la singolarità degli illeciti in questione, non dovrebbe generare particolari difficoltà o complicazioni alla maggior parte delle imprese.

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