Giustizia

Csm, esplode il caso Maresca: magistrato e capo dell'opposizione a Napoli - Cartabia: mai più

Ermini: "Si è sempre parlato delle porte girevoli ma non dei giudici nella politica locale"

di Francesco Machina Grifeo

Mentre esplode il caso del magistrato Catello Maresca: ex candidato (perdente) a sindaco di Napoli e ora capo dell'opposizione in Consiglio comunale ma al tempo stesso, dopo il via libera del Csm, di nuovo giudice in servizio a Campobasso, si fa sempre più concreto un diveto di esercitare contemporaneamente le due funzioni.

Nella giornata di ieri la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenendo ad Atreju aveva affermato: "Che un giudice possa svolgere contemporaneamente, anche e lontano dal suo distretto, funzioni giudiziarie e politiche non deve accadere. C'è una stella polare della magistratura che deve essere non solo praticata ma anche percepita. Non importa se si tratta di cariche elettive locali, né per queste, né a maggiore per quelle parlamentari"."La proposta che farò alle forze di maggioranza – aveva aggiunto - è come un caso come quello non possa mai più ripetersi".

Mentre Maresca, tirato in ballo da più parti, ha commentato: "Rispondo serenamente che rispetto le decisioni del Csm e sono contento di rientrare a fare il mio lavoro. Nel contempo cercherò da civico di dare un contributo alla mia città".

E sul caso si è espresso anche il vicepresidente del Csm David Ermini: "Serve subito una nuova legge". In una intervista a Repubblica ha commentato: "Il Consiglio ha semplicemente applicato la legge in vigore, per la quale bisogna contemperare due diritti del magistrato, quello di rientrare nella propria funzione giudiziaria e quello di svolgere il proprio ruolo politico. Ma proprio su queste due esigenze deve intervenire il legislatore". "Non è certo il primo caso - sottolinea Ermini -. Ce ne sono diverse in Italia di situazioni simili. Si è sempre parlato delle porte girevoli dal Parlamento agli uffici giudiziari, ma non si è mai affrontato il tema, ben più diffuso, dei giudici impegnati nella politica locale".

In futuro dunque, stando alle intenzioni del Governo, non sarà più possibile esercitare in contemporanea le funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e politici, come invece è possibile oggi. Il divieto varrà sia per sindaci e amministratori (tanto di piccoli paesi, quanto di grandi città), sia per i Parlamentari. All'atto dell'accettazione della candidatura i magistrati dovranno essere posti in aspettativa senza assegni, che sarà obbligatoria per l'intero periodo di svolgimento del mandato. Resta fermo il diritto alla conservazione del posto e il computo a soli fini pensionistici del periodo trascorso in aspettativa.

Del resto, è l'articolo 51 della Costituzione a prevedere che «Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro». Tuttavia, l'intendimento della Guardasigilli, e in queste ore è in corso il confronto politico interno alla maggioranza, sarebbe quello di dissuadere il più possibile dal portare avanti questi passaggi prevedendo dei limiti e dei divieti. Fra l'altro, è allo studio il divieto di candidarsi nel collegio in cui è compreso in tutto o in parte l'ufficio giudiziario in cui i magistrati hanno prestato servizio negli ultimi tre anni. Mentre dopo la candidatura, la toga dovrà trascorrere un periodo di tempo, ancora da quantificare, al di fuori delle funzioni giudiziarie.

In sostanza, il Governo ha fatto proprie le proposte della commissione ministeriale, presieduta da Massimo Luciani, e si introducono dei divieti che impediscano il ripetersi di casi di magistrati che abbiano in contemporanea incarichi elettivi e/o politici.

Critici sull'impianto complessivo della riforma del Csm i penalisti, mentre sul caso Maresca afferma il presidente Caiazza: "Ha ovviamente ragione il Ministro, il caso è talmente eclatante da non meritare ulteriori commenti". "La riforma oggi sul tavolo – aggiunge il presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane - non affronta i temi cruciali della crisi dell'ordinamento giudiziario. Il tema del sistema elettorale del Csm è assolutamente marginale, mentre non si affrontano le questioni connesse alla responsabilità professionale dei magistrati ed al distacco dei magistrati presso l'Esecutivo, temi a nostro avviso cruciali, che saranno infatti oggetto di nostre proposte di legge di iniziativa popolare in corso di definizione".

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