La Corte di giustizia dell'Unione europea con la sentenza depositata il 3 aprile nella causa C-807/23 ha stabilito che uno Stato membro non può impedire a un praticante legale di svolgere la pratica presso un avvocato in un altro Paese Ue se tale pratica è rivolta all'approfondimento e alle attività giurisdizionali dello Stato membro di origine.
La Corte di giustizia dell'Unione europea torna sulla libera circolazione degli avvocati e, in particolare, sullo svolgimento della pratica legale in uno Stato membro diverso da quello dello Stato del quale l'aspirante legale è cittadino. Un segno evidente che, malgrado la costruzione di un quadro normativo finalizzato alla libera circolazione e alla libertà di stabilimento e malgrado gli interventi continui della Corte di giustizia dell'Unione europea, gli Stati procedono con fatica a rimuovere ...
In arrivo un rilancio delle norme per l'affidamento condiviso dei figli
di Marino Maglietta - Docente nel dipartimento di diritto privato presso l'Università di Milano