Penale

Abusi edilizi, la sanatoria non annulla l'acquisizione comunale e l'ordine di demolire

Il rilascio del titolo non si pone in contraddizione con l'attività ablatoria comunale quando è illegittimo

di Paola Rossi

L'acquisizione dell'area di sedime e del fabbricato da parte del Comune non è superabile dall'ottenimento della concessione edilizia rilasciata in sanatoria. E, soprattutto, l'atto amministrativo sanante non può determinare - come sosteneva l'autore dell'abuso edilizio - l'esistenza di altro atto amministrativo "implicito" con cui il Comune avrebbe, di fatto e di conseguenza, rinunciato alla procedura ablatoria. Così la Corte di cassazione con la sentenza n. 3261 ha respinto il ricorso di chi era stato colpito dall'ordine di demolizione e che considerava fosse revocato a fronte del successivo rilascio del titolo edilizio. La concessione - secondo la valutazione di merito del giudice dell'esecuzione - è stata rilasciata illegittimamente e dopo lo spirare del termine di 90 giorni dalla notifica dell'ordine di demolizione. E la Cassazione ha confermato il giudizio di illegittimità espresso dal giudice dell'esecuzione sull'atto sanante e ha respinto la tesi del ricorrente dove sosteneva che avendo ricevuto un titolo abilitativo dal medesimo ente comunale chiamato ad acquisire il bene si era "implicitamente" verificata la rinuncia alla procedura ablatoria. L'atto implicito, chiarisce la Cassazione, è solo quello che sia stato comunque espresso e non è assimilabile all'inerzia o al silenzio dell'amministrazione.

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