Comunitario e Internazionale

Abuso di posizione dominante, confermato l’annullamento della sanzione a Intel

Il Tribunale non può sostituire le motivazioni della Commissione

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di Paola Rossi

La Corte di giustizia - con la sentenza sulla causa C-240/22 - ha confermato l’annullamento, da parte del Tribunale, della decisione della Commissione che constatava un abuso di posizione dominante da parte di Intel e che le infliggeva un’ammenda di 1,06 miliardi di euro.

La decisione annullata
Nel maggio 2009 la Commissione ha inflitto l’ammenda a Intel, produttore di microprocessori con sede negli Stati Uniti, perché riteneva che avesse abusato della sua posizione dominante sul mercato dei microprocessori. In particolare, per la concessione di sconti di fedeltà ai suoi clienti nonché a un distributore di computer fissi.
Nel 2014 il Tribunale ha respinto integralmente il ricorso di Intel contro la Commissione Ue. A ciò è seguita l’impugnazione davanti alla Corte di giustizia che ha annullato la prima decisione del Tribunale a cui ha rinviato la causa.

Su rinvio, il Tribunale ha poi annullato parzialmente la decisione della Commissione e integralmente l’ammenda. A sua volta tale seconda decsione del tribunale è stata impugnata dalla Commissione.

Ma la Corte respinge ora l’impugnazione della Commissione, che sosteneva che il controllo esercitato dal Tribunale sulle valutazioni della Commissione relative al test del concorrente altrettanto efficiente («as efficient competitor test») fosse viziato da irregolarità procedurali, da errori di diritto e da snaturamento degli elementi di prova. Tutti respinti i motivi dedotti dall’Esecutivo Ue.

Per quanto riguarda il test del concorrente altrettanto efficiente, la Corte conferma che spetta al Tribunale esaminare qualsiasi argomento diretto a mettere in discussione le valutazioni della Commissione e idoneo a invalidare le conclusioni cui essa è giunta al termine di tale test. Tali argomenti possono vertere tanto sulla compatibilità delle valutazioni della Commissione con i principi che disciplinano il test del concorrente altrettanto efficiente quanto sul valore probatorio degli elementi di ordine fattuale sui quali essa si è basata.

Inoltre, la Corte conferma che non spetta al Tribunale verificare se il dispositivo della decisione della Commissione possa essere giustificato sulla base di un ragionamento privo degli errori da esso constatati, quando tale ragionamento non è formulato in modo coerente nella decisione.

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