Giustizia

Al via il Cdm sulla riforma della separazione delle carriere

Intanto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ha convocato “in via d’urgenza” la Giunta esecutiva centrale dell’Anm oggi alle 16.30

immagine non disponibile

Ha preso il via il Consiglio dei ministri che esaminerà disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare, che conterrà anche la separazione delle carriere dei magistrati. È previsto anche l’esame preliminare di un Dpcm che modifica il regolamento di riorganizzazione del Ministero della giustizia, in riferimento a un analogo provvedimento del 2015.

All’ordine del giorno, inoltre, due disegni di legge di ratifica ed esecuzione: uno riguarda l’accordo quello del 2023 fra Italia e India sulla cooperazione nel settore della difesa; l’altro è sulla Convenzione tra Italia e Francia del 2024 relativa alla manutenzione ordinaria e all’utilizzo del tratto situato in territorio francese della linea ferroviaria Cuneo-Breil-Ventimiglia.

Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ha convocato “in via d’urgenza” la Giunta esecutiva centrale dell’Anm oggi alle 16.30. All’ordine del giorno: “Approvazione del Consiglio dei ministri del disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e per l’istituzione della Corte disciplinare. Valutazioni e iniziative”.

Questa mattina, inoltre, si è tenuta una riunione a Palazzo Chigi con il Guardasigilli Carlo Nordio e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per fare il punto sulla riforma. Alla riunione erano presenti anche il viceministro Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro e i due presidenti delle commissioni Giustizia di Camera e Senato Ciro Maschio e Giulia Bongiorno. Assente, anche se a lavoro nella sede del governo, la premier Giorgia Meloni.

Il nuovo testo - a quanto filtra - dovrebbe prevedere il ritorno all’ipotesi iniziale di due diversi Csm (uno per la magistratura requirente e l’altro per la giudicante) entrambi presieduti dal presidente della Repubblica, il sorteggio secco dei componenti e un’Alta corte disciplinare composta da membri nominati da Quirinale, Parlamento e magistrature.

Il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin, intervistato alla radio ha ricordato che il ministro Nordio in tutte le occasioni ha riferito che “l’idea di sottoporre i pubblici ministeri all’esecutivo non appartiene al programma del centrodestra e che l’autonomia e l’indipendenza dei Pm rimarranno”.

“Noi vogliamo – ha proseguito - che avvocati e pubblica accusa siano messi sullo stesso piano, che il PM dia del ’lei’ e non del ’tu’ al giudice, che non siano compagni di concorso, che il Pm quando si rivolge al giudice debba bussare alla porta come fa l’avvocato. Insomma, vogliamo che il Pm abbia nei confronti del giudice la stessa distanza che ha ciascun avvocato. Questo è il principio della separazione delle carriere. Il troppo collateralismo ha dimostrato di non perseguire i fini veri della giustizia. Il cittadino ha bisogno di sentirsi rassicurato”.

“Il tema dell’obbligatorietà dell’azione penale non sarà toccato - ha proseguito -. Mentre per quanto riguarda l’organizzazione delle priorità delle azioni penali, tenuto conto del gran numero di reati, la legge Cartabia ha già previsto che i criteri vengano fissati dal Parlamento. Su questo c’è anche un testo all’esame della Commissione giustizia del Senato”. Quanto alla possibilità che il giudizio disciplinare sui magistrati sia sottratto al Consiglio Superiore della Magistratura, per Zanettin “è un’ottima cosa, perché quanto è emerso anche dallo scandalo Palamara ha dimostrato che un certo collateralismo ha creato delle distorsioni. Il fatto che ci sia anche per quanto riguarda i procedimenti disciplinari dei magistrati un giudice terzo e imparziale dovrebbe rassicurare tutti”.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©