Con la pronuncia depositata il 17 ottobre nella causa C-302/23 (Jarocki), in un procedimento in cui sono intervenuti diversi Stati inclusa l'Italia, la Corte Ue, ha chiarito la corretta interpretazione del regolamento (UE) 910/2014 in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato intero e che abroga la direttiva 1999/93/CE.
La Corte di giustizia dell'Unione europea è intervenuta sul rapporto tra utilizzo di firme elettroniche e loro efficacia sul piano processuale, tracciando il perimetro entro il quale gli Stati possono muoversi nel richiedere il rispetto di talune condizioni per ragioni di sicurezza, senza, però, impedire l'utilizzo delle indicate firme. Con la pronuncia depositata il 17 ottobre nella causa C-302/23 (Jarocki), in un procedimento in cui sono intervenuti diversi Stati inclusa l'Italia, la Corte Ue, ...
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