Professione e Mercato

Avvocati, pochi gli specialisti ma ora ci sono i corsi di settore

A oltre dieci anni dalla legge professionale, si sta completando l’attuazione dei percorsi per ottenere i titoli. Già attivati i bienni di studio in diritto internazionale, di famiglia e penale

di Valentina Maglione

Dopo oltre dieci anni dal varo della legge professionale che ha previsto le specializzazioni forensi, sono partiti i percorsi biennali di studi per gli avvocati che vogliono acquisire, e quindi spendere sul mercato, il titolo di «specialista» in un settore.

Tra i primi a essere stati avviati ci sono i corsi nell’ambito della tutela dei diritti umani e del diritto internazionale, di famiglia e penale, mentre per altri – nei settori del diritto civile, del lavoro e tributario – l’inizio è previsto in autunno.

Si tratta della via che darà un po’ di consistenza ai numeri degli avvocati specialisti, che per ora sono minimi.

Basti pensare che all’Ordine di Milano, su circa 23mila avvocati iscritti, appena 93 hanno il titolo di specialista. Tra i settori più gettonati ci sono il diritto penale (26 specialisti), civile (24), del lavoro (15) e amministrativo (10). Sul totale, 76 avvocati hanno ottenuto il titolo di specialista in quanto dottori di ricerca nella materia e 17 facendo valere (come previsto dalle norme transitorie) corsi di alta formazione fatti in passato; nessuno, invece, ha ancora avuto il titolo per l’esperienza maturata e dall’Ordine fanno sapere che le istanze presentate per questo percorso sono circa 30.

All’Ordine di Roma, su quasi 26mila avvocati iscritti, i titoli di specializzazione sono 69: i settori più rappresentati sono il diritto penale (17), amministrativo (15), del lavoro (12), civile (7) e di famiglia (5).

La normativa

Sono numeri che si comprendono alla luce della lunga e incerta gestazione delle disposizioni di riferimento. A prevedere le specializzazioni forensi è stata la legge professionale dell’avvocatura (la 247/2012), che ha preso a modello le specializzazioni mediche, con l’obiettivo di superare la figura dell’avvocato “tuttologo” e puntare su un professionista, appunto, specializzato per migliorare la qualità dei servizi legali. Le norme attuative sono arrivate con il decreto ministeriale 144/2015, oggetto di ricorsi e in parte annullato e poi corretto e integrato dal decreto ministeriale 163/2020.

In pratica sono stati individuati 13 settori di specializzazione, tra cui diritto civile, penale e amministrativo – a loro volta divisi in “indirizzi” – tributario, internazionale e delle relazioni familiari. Sul punto si attendono ancora novità normative perché a gennaio il Tar Lazio, con due sentenze, ha annullato il decreto 163/2020 nella parte in cui ha previsto il diritto commerciale come indirizzo anziché come settore di specializzazione.

Per acquisire il titolo di specialista, conferito dal Consiglio nazionale forense, sono individuate tre vie: la «comprovata esperienza», i «percorsi formativi» o il possesso del titolo di dottore di ricerca in uno dei settori di specializzazione.

Si tratta di norme rimaste a lungo senza attuazione, che si sta completando solo ora.

Quanto alla «comprovata esperienza», è previsto che sia valutata, in base ai documenti forniti e a un colloquio, da una commissione ad hoc, che sta organizzando i lavori in questi giorni. Tuttavia, le domande presentate per ora dai professionisti non sono molte, perché – rilevano gli osservatori – i documenti richiesti sono numerosi e prepararli non è agevole.

Invece, per avviare i percorsi formativi (biennali e di almeno 200 ore) è stato necessario attendere le linee guida per i programmi didattici, licenziate due anni fa.

Nel frattempo, a poter chiedere il titolo di specialista sono stati solo i dottori di ricerca e gli avvocati che hanno seguito un corso biennale di alta formazione specialistica prima del 2020 (ma questi ultimi hanno dovuto superare l’esame scritto e orale organizzato dal Cnf).

I corsi già partiti...

Nell’attivazione dei corsi di specializzazione sono in prima linea le scuole di formazione delle associazioni specialistiche maggiormente rappresentative dell’avvocatura, riconosciute dal Cnf, che in molti casi hanno alle spalle l’organizzazione, in passato, dei corsi di alta formazione. I corsi di specializzazione attuali – avviati con Cnf o Consigli dell’Ordine e Università – sono stati approvati dal ministero della Giustizia e danno diritto, appunto, al titolo di specialista.

Tra le prime a muoversi c’è stata la scuola dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani, che ha avviato due corsi di specializzazione: il primo, in Tutela dei diritti umani e protezione internazionale, iniziato a ottobre 2023, si concluderà già a novembre e ha circa 50 iscritti; il secondo, per avvocato internazionalista, avviato a marzo con 60 iscritti.

Nei mesi scorsi sono iniziati anche il corso di specializzazione dell’avvocato penalista, organizzato dalla scuola dell’Unione delle camere penali, partito a marzo con circa 80 iscritti e i corsi nell’ambito del diritto di famiglia attivati dalle scuole dell’associazione Cammino (camera nazionale avvocati per le persone, per i minorenni e per le famiglie), iniziato a febbraio con 160 iscritti, Aiaf (associazione degli avvocati per la famiglia e i minori) e Ondif (osservatorio nazionale sul diritto di famiglia), entrambi iniziati a marzo con, rispettivamente, 234 e 270 iscritti.

...e quelli in arrivo

Altri corsi sono in preparazione. Nell’ambito del diritto di famiglia si muove anche la scuola dell’Unione nazionale delle Camere minorili, che ha aperto le iscrizioni.

Mentre sono in questi giorni in attesa del via libera del ministero i corsi di specializzazione in diritto del lavoro, diritto tributario e diritto civile (nell’ambito, in particolare, della contrattualistica), organizzati, rispettivamente, dall’associazione dei giuslavoristi Agi, degli avvocati tributaristi Uncat e dall’Unione delle camere civili. Sempre l’Uncc progetta di attivare un corso in diritto commerciale, quando sarà riconosciuto come settore di specializzazione.

Nei mesi scorsi è stato anche istituito il coordinamento delle associazioni specialistiche forensi, con l’obiettivo di diffondere e sostenere la formazione specialistica tra gli avvocati.

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