Professione e Mercato

Buchi nella dote contributiva: poche chance dalle Casse

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di Francesco Nariello

Strada sbarrata, quasi per tutti, su saldo e stralcio. Qualche spiraglio in più per la rottamazione-ter. È diversificata la posizione delle Casse professionali di fronte alla possibilità, per gli iscritti, di accedere alle misure - previste da legge di bilancio 2019 e decreto fiscale collegato - per la definizione agevolata dei debiti contributivi. Una partita che riguarderebbe un monte carichi a ruolo, solo per gli enti di previdenza coinvolti dalle due procedure - che hanno affidato la riscossione ad AdER (ex Equitalia) nel periodo 2000-2017 - di oltre 1,3 miliardi di euro. La deadline per le domande da parte degli iscritti è fissata al 30 aprile.

Le critiche iniziali
Fin dall’inizio dalle Casse c’è stata una generale levata di scudi. Soprattutto per quanto riguarda il saldo e stralcio, che consentirebbe ai professionisti nelle fasce reddituali più basse (Isee sotto 20mila euro) non solo di cancellare sanzioni e interessi, ma di ottenere sconti tra il 65% e l’84% sul dovuto: una sforbiciata che potrebbe avere un impatto rilevante sugli enti previdenziali. Gradualmente, però, le posizioni si sono differenziate.

A fare eccezione è innanzitutto Enpam, che consente agli iscritti che di fare richiesta per entrambe le misure (in base ai requisiti). La cassa di medici e dentisti, infatti, si ritiene coinvolta da saldo e stralcio, pur precisando che si adeguerà «alle eventuali interpretazioni della giurisprudenza», in riferimento all’ipotesi che i contributi delle Casse siano o meno esclusi dall’applicazione in quanto considerati “già accertati”. Gli iscritti che si avvarranno di tale possibilità, comunque, si vedranno riconosciuti, ai fini previdenziali, contributi in proporzione a quanto pagato. Via libera da Enpam anche alla rottamazione-ter.

I “no” che restano
Duplice chiave di lettura dalla Cassa forense: disco verde per la rottamazione, secco “no” per saldo e stralcio. Secondo l’ente la norma, «pur riguardando espressamente le Casse professionali, opera un’esclusione di tipo oggettivo per i contributi iscritti a ruolo a seguito di accertamento», che rappresentano la quasi totalità delle somme dovute. Un’eventuale adesione al saldo e stralcio, sottolinea la Cassa, «non sarebbe conveniente neanche per gli iscritti», che vedrebbero annullati gli anni non coperti dall’intera contribuzione.

La motivazione di Cassa forense, recepita peraltro dall’Agenzia delle entrate (che ha risposto alle lettere ricevute da alcuni enti previdenziali), è sostenuta anche dalle altre Casse che bocciano il saldo e stralcio. La Cipag (geometri) - con residui a ruolo non riscossi (2000-2017) per oltre 512 milioni rateizzazioni comprese - ribadisce che le cartelle esattoriali per morosità contributive, «derivano sempre da un’attività di accertamento» e sarebbero quindi escluse; inapplicabile anche la rottamazione «per l’autonomia organizzativa» di cui godono gli enti privati e anche perchè, secondo il regolamento della Cassa, per la validità dell’anno assicurativo è necessaria l’integrale copertura della contribuzione, inclusi interessi e sanzioni.

Sull’autonomia delle Casse si incentra anche l’altolà alle due procedure da parte della Cnpadc (200 milioni di carichi a ruolo), che in una lettera agli iscritti ha ricordato anche come il regolamento dell’ente non consentirebbe di maturare l’anzianità contributiva a chi accedesse alla rottamazione senza versare le sanzioni. Stessa posizione di chiusura - sia su saldo e stralcio che su rottamazione-ter - anche da parte di una cassa come Enpab (biologi), che adotta il sistema contributivo puro. Resta invece in attesa di definire le proprie mosse la cassa pluricategoriale (Epap), che raccoglie dottori agronomi e forestali, attuari, chimici e geologi.

Discorso a parte per Cassa del notariato e Inarcassa. La prima si sfila in quanto, anche per la peculiarità del proprio sistema di versamento, dichiara di non registrare posizioni debitorie. Alla cassa di ingegneri e architetti, invece, non mancano i crediti verso gli iscritti, ma ha siglato la convenzione con AdER (allora Equitalia) solo a giugno 2017: i carichi affidati, afferma l’ente, «sono stati iscritti con data 2018». Non vi sono,quindi, residui a ruolo che siano, anche potenzialmente, interessati dalle ipotesi di rottamazione e saldo e stralcio.
Le posizioni

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