EditorialeGiustizia

Carceri e umanità delle pene, oggi un principio disabitato

di Vittorio Manes - Ordinario di Diritto penale nell'Università di Bologna e Direttore di "Diritto di difesa" - rivista dell'Unione delle Camere penali italiane

N. 37

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L'attuale situazione degli istituti penitenziari, il tasso intollerabile di sovraffollamento, il crescente e assillante numero dei suicidi, per Vittorio Manes, rappresentano la distanza siderale da ogni canone di umanità. Dopo gli editoriali pubblicati sui numeri 35 e 36 di "Guida al Diritto" continua il dibattito sul sistema e la crisi delle nostre carceri. Questa settimana il focus è sul principio di umanità che deve essere concepito e riconosciuto come diritto fondamentale a una pena umana.

I costituenti non avrebbero potuto essere più chiari: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità", recita senza indugi la prima parte dell'art. 27, terzo comma, della Costituzione, a cui fa eco l'art. 3 della Cedu, vietando perentoriamente, oltre la tortura, tutte le "pene o i trattamenti inumani e degradanti".

Ma questo basilare canone di civiltà - scolpito in molte costituzioni e carte dei diritti nel panorama internazionale - è molto più risalente, ed è parte dei...