Carceri: “Fermare strage di vite e di diritti”, oggi la mobilitazione dei Garanti
L’obiettivo è “sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare la politica a mettere in campo soluzioni immediate e concrete”
La Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà ha indetto per oggi una mobilitazione nazionale “per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sollecitare la politica nel suo complesso, esortando il Governo a mettere in campo soluzioni immediate e concrete alle parole dure, inequivocabili del presidente della Repubblica” sul tema delle carceri pronunciate un mese fa durante l’incontro con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap).
“Per noi garanti è necessario un provvedimento urgente per il sovraffollamento, come è stato fatto dal Governo Berlusconi negli anni 2003-2010. Non possiamo più assistere ignavi alle morti di uomini e di diritti, lo chiedono tutte le coscienze oneste per parlare di un carcere che incarni i principi costituzionali - sottolinea Samuele Ciambriello, Garante campano per le persone private della libertà personale, e portavoce della Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali - Bisogna che la politica intervenga non subito ma ora, con provvedimenti deflattivi immediati. Oggi c’è un carcere fuori dalla Costituzione. La proposta dell’onorevole Giachetti in merito alla liberazione anticipata speciale appare per molti versi in linea con le attuali emergenze seppur di contenuto deflattivo. Il 30 luglio i Garanti visiteranno le carceri per adulti e minorili insieme alle forze politiche perché possano venire e vedere, venire e ascoltare ed andare oltre al valore simbolico che si dà alla pena”.
Nella casa circondariale di Potenza ci sono 163 detenuti - otto donne - su 105 posti regolamentari, con un tasso di sovraffollamento che si aggira intorno al 150% nonostante l’ampliamento e la ristrutturazione effettuate nella scorsa primavera. È questo uno dei dati che è emerso durante il presidio promosso dalla ’Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà’, che ha fatto tappa, stamani, nel capoluogo lucano.
Inoltre, nel carcere di Melfi - istituto detentivo di ’alta sicurezza’ - sono 90 i detenuti a fronte di una carenza organica di agenti di polizia penitenziaria di 44 unità. “In servizio all’Ipm del capoluogo ci sono 25 agenti a fronte di una dotazione organica che dovrebbe essere di 32 effettivi e si registra la presenza di un solo minore in più rispetto a quanto previsto, ossia 17 posti”, ha aggiunto la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Provincia di Potenza, Carmen D’Anzi.
Presso la Casa Circondariale di Bologna, a fronte di una attuale capienza regolamentare di 457, risultano invece ristrette circa 750 persone. “Lo spazio minimo a disposizione delle persone detenute va sempre più assottigliandosi, risultando assai prossima la piena configurazione di una flagrante violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo che sancisce il divieto di pene e di trattamenti disumani o degradanti. In questo contesto - conclude il Garante felsineo, Antonio Ianniello - il forte auspicio è che a livello nazionale, quanto prima, possano essere praticate soluzioni che concretamente vadano a incidere sulla riduzione dei numeri”.
Mentre ieri un detenuto italiano di 53 anni si è suicidato intorno alle 17.20, impiccandosi nel carcere di Parma. Ne dà notizia il Garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri. “L’uomo, un detenuto ad alta sicurezza per reati associativi - spiega - era in isolamento dal 2 maggio scorso per un motivo sanitario. Si è impiccato con l’elastico delle sue mutande. La stessa identica modalità con cui a Ferragosto dello scorso anno un cittadino di origine tunisina si suicidò a Parma, sempre in isolamento, nella cella 3, il detenuto di oggi è morto nella cella 4”. Si tratta del settimo suicidio in carcere in Emilia-Romagna dall’inizio dell’anno: 4 sono avvenuti a Modena, uno a Bologna, uno a Reggio Emilia e oggi, l’ultimo, a Parma.