Giustizia

Carceri, siglato protocollo per combattere la recidiva con il lavoro

L’accordo è stato firmato tra il Cnel e le 16 organizzazioni rappresentanti delle categorie produttive

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È stato siglato al termine della II edizione di “Recidiva Zero. Studio, formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere”, a Roma, un protocollo d’intesa tra il Cnel e le 16 organizzazioni rappresentanti delle categorie produttive, per l’adesione al Segretariato permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale.

La partnership “mira a combattere la recidiva attraverso percorsi di formazione e lavoro, rendendo strutturali le iniziative di reinserimento”. “Questo è un nuovo patto, una nuova alleanza tra il mondo del lavoro rappresentato da tutto il mondo datoriale e il mondo delle carceri. Questo è il segno di oggi. Questo è il segno di questo evento straordinario che abbiamo realizzato, grazie al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al sottosegretario Andrea Ostellari. Questo è il segno di questa nuova alleanza tra economia, società civile, volontariato e questo mondo difficilissimo, complicatissimo, fondamentale per la vita del nostro paese”, ha evidenziato il presidente del Cnel, Renato Brunetta.

Il protocollo è stato siglato da: Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confetra, Confindustria, Confprofessioni, Conftrasporto, Copagri, Legacoop, Unsic.

Le 16 organizzazioni datoriali rappresentate nel Cnel “hanno così deciso di unirsi in una grande alleanza per il lavoro, dandosi regole di ingaggio comune e impegnandosi a sviluppare in maniera continuativa e diffusa a tutti i 189 istituti penitenziari, iniziative imprenditoriali all’interno delle carceri, recuperando così aree e spazi un tempo adibiti ad attività produttive ed attualmente inutilizzate, nonché a valutare, anche per il lavoro esterno, l’inserimento di detenuti ed ex detenuti”.

L’accordo generale con le associazioni datoriali potrà avvalersi di uno strumento messo a disposizione del Dap dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e da Inps, il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl) che, su proposta del Cnel, è stato esteso alle persone detenute. La sperimentazione è stata già avviata in otto istituti di Piemonte, Veneto, Lazio e Sicilia.

Le parti firmatarie promuovono e realizzano, d’intesa con il Segretariato, le seguenti attività: monitoraggio dei profili professionali richiesti sulla base delle specificità territoriali (“banca dati” domanda/offerta); monitoraggio dei fabbisogni di istruzione e di formazione professionale interna alle carceri tarati sulla popolazione e calibrati sulle diverse strutture penitenziarie; servizio di “donorship” per finanziare progetti, attività di matching (incontro tra risorse finanziarie/infrastrutturali e risorse progettuali) azione di ramificazione capillare dei nodi di prossimità (attraverso l’auspicabile avvio di una piattaforma informatica open source); creazione di piani di fattibilità dei progetti, attraverso l’attività di verifica e messa a terra, improntata a obiettivi di equilibro territoriale, di idoneità logistico-strutturale e di congruenza rispetto a quantità, qualità e tipologia della popolazione carceraria; creazione di strumenti di certificazione/label/marketing dei prodotti e dei marchi “made in carcere” e loro auspicabile orientamento verso circuiti agevolati o sociali di distribuzione e messa in vendita.

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