Penale

Concorso morale in abuso d'ufficio per la telefonata che "convince" il pubblico ufficiale a non compiere il suo dovere

Non si è trattato, secondo la Suprema corte, di una mera segnalazione che lasciava libera la volontà del soggetto di agire o meno nella direzione suggerita, ma di un'istigazione determinante nella decisione presa dall'agente di polizia

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di Simona Gatti


Scatta il concorso morale nel reato di abuso di ufficio per la telefonata di raccomandazione che "convince" il pubblico ufficiale a non compiere il suo dovere. Lo afferma la Cassazione con la sentenza n. 21006 depositata dalla sesta sezione penale il 27 maggio.

La vicenda all'esame dei giudici di Piazza Cavour riguarda una contestazione stradale durante la quale un capo di sottosezione dopo avere fermato un automobilista ed essersi accorto che nella carta di circolazione non risultava annotata la installazione di un gancio di traino presente sull'autovettura, invece di applicare la multa con il relativo ritiro della patente (come prevede in questi casi il codice), disponeva per una trasgressione meno grave, come il mancato utilizzo di luci abbaglianti fuori dal centro abitato. Il repentino cambio di atteggiamento da parte del poliziotto si deve, come hanno correttamente ricostruito i giudici del merito, a una telefona ricevuta da persone influenti e conosciute in quella zona nella quale gli veniva chiesto di non applicare la contravvenzione più severa.

Non si è trattato, secondo la Suprema corte, di una mera segnalazione che lasciava libera la volontà del soggetto di agire o meno nella direzione suggerita, ma di un'istigazione determinante nella decisione presa dall'agente.

Senza quella telefonata infatti al guidatore sarebbe stata inflitta la contravvenzione prevista dall'articolo 78 del Cds e pertanto sull'indebito vantaggio patrimoniale arrecato al soggetto sottoposto al controllo (esborso di una somma di denaro minore e nessun ritiro della carta di circolazione) sussiste un concorso di abuso che comprende l'atteggiamento dell'agente di polizia e chi ha gli ha fatto pressione.

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